Covid-19, Sindacato dei Militari, l’A.G. accerti puntuale applicazione del decreto legislativo 81/2008 da parte dei vertici militari. No a scudi penali e civili

Chiediamo al Procuratore di Roma, dott. Michele Prestipino, di disporre immediati accertamenti in ordine alla puntuale applicazione del decreto legislativo 81/2008 da parte dei vertici delle Forze armate, compresa l’Arma dei Carabinieri, il Corpo della guardia di finanza e il Corpo delle Capitanerie di porto.

Le norme in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro impongono al datore di lavoro, quindi ai vertici militari in quanto tali, precisi obblighi dettagliatamente elencati dal citato decreto legislativo 81/2008.

Tra questi obblighi vogliamo ricordare agli smemorati o a coloro che surrettiziamente vorrebbero rendere impuniti i responsabili delle strutture delle Forze armate che i datore di lavoro deve:
– effettuare la valutazione di tutti i rischi;
– designare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;
– designare preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di gestione dell’emergenza;
– nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza;
– fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale;
– prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;
– richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione;
– adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa;
– informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;
– adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento dei lavoratori;
– astenersi, salvo eccezione debitamente motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave e immediato;
– consentire ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, l’applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute;
– prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi per la salute della popolazione.

Questi sono gli obblighi che gravano esclusivamente sul datore di lavoro e su cui si dovrà necessariamente incentrare l’attività di indagine da parte dell’A.G. competente perché la morte di tre appartenenti all’Arma dei carabinieri, il ricovero di numerosi militari presso le strutture sanitarie sparse sul territorio nazionale e i tantissimi militari posti in isolamento impongono lo svolgimento di adeguate indagini.

Sentiamo il dovere di invitare tutti i militari, carabinieri e finanzieri, a pretendere dal datore di lavoro il puntuale rispetto degli obblighi imposti dal decreto legislativo 81/2008 e a rispettare puntualmente le disposizioni eventualmente impartitegli sull’uso dei dispositivi di protezione individuale fornitigli dal datore di lavoro. Altresì, in relazione al loro status di militare ed alla loro qualifica di agente di P.S. agente o ufficiale di P.G., gli vogliamo ricordare che tra i loro doveri vi è anche quello di informare la competente Autorità Giudiziaria di ogni violazione di legge di cui dovessero venire a conoscenza.

Non pensino i vertici militari e i loro sostenitori di poter chiedere e ottenere dalle istituzioni parlamentari l’impunità preventiva né, tantomeno, pensi il Governo di porgliela concedere. Tutti sono uguali davanti alla legge e alle responsabilità che la situazione di emergenza impone, nessuno escluso.

Questa Organizzazione Sindacale, consapevole che l’uso della disciplina come “rappresaglia” è un modus operandi ampiamente diffuso nelle istituzioni militari, è, fin da ora, pronta a tutelare gratuitamente i propri associati che per assolvere ai propri doveri dovessero essere attinti dal fuoco amico delle azioni disciplinari da parte dei superiori gerarchici o dei vertici delle Forze armate.

La Segreteria Nazionale