Oggi si svolgono in tutto il mondo le celebrazioni per la ricorrenza della Giornata internazionale dell’infermiere e quest’anno, inoltre, è stato proclamato dall’OMS “Anno dell’infermiere”. Ricorre anche il bicentenario dalla nascita di Florence Nightignale, fondatrice dell’infermieristica moderna, eppure tra tutti gli infermieri italiani quelli militari non hanno proprio nulla da festeggiare.
Gli infermieri militari delle nostre Forze armate, dell’Arma dei carabinieri e degli altri Corpi armati dello Stato a ordinamento militare, ancora oggi non possono esercitare la loro professione con l’autonomia che questa richiede a causa di una visione ottocentesca del loro ruolo e della subordinazione gerarchica nella quale sono costretti dal loro particolare status.
Nonostante l’articolo 212 del Codice dell’ordinamento militare preveda espressamente che “Il personale delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie svolge con autonomia professionale le specifiche funzioni ed è articolato in conformità a quanto previsto dalla legge 1° febbraio 2006, n. 43”, gli infermieri militari sono ancora considerati dei meri esecutori di ordini e non professionisti capaci e responsabili.
Il Sindacato dei Militari ha più volte sollecitato i vertici della Difesa per avviare un confronto sui molteplici e peculiari aspetti della professione infermieristica in ambito militare, sia per dare piena attuazione alla legge 43/2006 sia per riconoscere al personale sanitario il giusto ruolo di inquadramento che, come avviene per gli infermieri civili, deve essere quello direttivo/dirigente.
Inspiegabilmente fino ad oggi da parte dei vertici della Difesa non c’è stata alcuna risposta. Tuttavia, noi continuiamo a ritenere sempre più urgente un confronto, anche alla luce delle numerose indagini che le autorità giudiziarie hanno avviato a seguito delle nostre segnalazioni, affinché la legge 43/2006 nei fatti, nell’ambito militare, non resti una citazione senza alcun reale valore.
Agli infermieri militari rivolgiamo l’invito a lottare al nostro fianco per l’affermazione dei loro diritti, perché solo con il loro pieno riconoscimento nell’amministrazione militare potranno trovare piena attuazione quei fondamentali principi volti a garantire la tutela della salute dei lavoratori con le stellette e quindi la siurezza nei loro luoghi di lavoro.