Difesa, Comellini (Sindacato dei Militari): pronti a confronto con Ministro Trenta per definire inquadramento personale delle professioni sanitarie.
Agli infermieri militari, e non “infermieri professionali” come qualcuno erroneamente li definisce, va riconosciuto il medesimo inquadramento professionale previsto per i loro colleghi civili come già avviene nel resto del pubblico impiego e nell’ambito dello stesso Ministero della Difesa.
In merito alla regolarizzazione del personale militare esercente le professioni sanitarie nell’ambito delle strutture della sanità militare e civile, invitiamo il Ministro Elisabetta Trenta ad un immediato confronto per trovare una soluzione condivisa nell’interesse della legge e della doverosa tutela della professionalità del personale interessato che oggi è concretamente preoccupato e disorientato dall’assoluta mancanza di chiare disposizioni da parte del vertice militare tese al più rigoroso rispetto della legge e del codice penale.
La nostra organizzazione sindacale è pienamente consapevole della propria responsabilità e del proprio ruolo di effettiva rappresentanza degli interessi di migliaia di professionisti in divisa.
Chi esercita una professione sanitaria nell’ambito delle forze armate non ha nulla di diverso rispetto a chi lo fa in ambito civile ed è proprio per questo motivo che invitiamo la Ministra Trenta a ragionare e trovare, con noi, una soluzione per ristabilire il pieno rispetto della legge.
Diversamente, in mancanza di una immediata risposta, il Ministro della difesa dovrà assumersi tutta la responsabilità delle conseguenze che l’esercizio abusivo della professione sanitaria da parte dei militari non iscritti all’ordine professionale potrà avere sulla funzionalità della Sanità Militare e quindi sull’operativita delle forze armate e delle forze di polizia a ordinamento militare.