4 novembre, Comellini (Sindacato dei Militari): Noi militari siamo minus habentes. Non c’è nulla da festeggiare fino a quando Mattarella continuerà ad ignorarci

Dal 2 agosto attendiamo una risposta dal Presidente della Repubblica e Comandante delle Forze Armate, On. Sergio Mattarella, sulla ormai preoccupante negazione dei diritti sindacali nei confronti dei militari messa in atto dai vertici militari dopo la storica sentenza (120/2018) con cui la Corte costituzionale ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 1475, comma 2, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare), in quanto prevede che «I militari non possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali» invece di prevedere che «I militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge; non possono aderire ad altre associazioni sindacali».”.

Sono passati oltre tre mesi da quando abbiamo informato il Presidente Mattarella di quanto sta avvenendo nei confronti dei militari ad opera dei vertici militari e in particolare della Direzione Generale del Personale Militare. Una negazione dei diritti che con la pubblicazione della Guida Tecnica “Procedure disciplinari” riteniamo essersi trasformata in una vera e propria vessazione.

Con rammarico, mentre le massime istituzioni oggi spenderanno parole per elogiare le Forze armate, a noi non resta che constatare come anche questo 4 novembre sia funestato dalla perdurante condizione di “minus habentes” in cui sono ancora costretti i militari. Per questo motivo oggi non c’è nulla da festeggiare.

Lo rende noto Luca Marco Comellini (Segretario Generale del Sindacato dei Militari – per la tutela dei diritti dei Cittadini in divisa)

Ecco il testo della lettera inviata il 2° agosto 2019 al Presidente della Repubblica:

lettera al Presidente della Repubblica - Comandante delle Forze armate