Vaccini anticovid, Comellini: No scudo Penale. Al Commissario Figliuolo: meno propaganda e più legalità
A prescindere dalla sicurezza o meno dei preparati vaccinali attualmente in uso non vi è alcuna ragione per chiedere al legislatore uno scudo penale per chi effettua le vaccinazioni se queste vengono compiute attuando scrupolosamente le linee guida sanitarie del caso.
Chiedere oggi norme per declinare alle proprie responsabilità penali e professionali equivale ad ammettere che ci sono problemi irrisolti o che riguardano i vaccini o le fasi della somministrazione.
Se è vero che garantire la sicurezza dei vaccini è una competenza dell’Aifa è anche vero che a questa organizzazione sindacale, nell’interesse dei lavoratori militari rappresentati, compete conoscere e verificare la corretta attuazione delle procedure utilizzate durante la somministrazione.
Per questa ragione, alla luce del fatto che lo Stato Maggiore della Difesa ha recentemente comunicato che per le pubblicazioni/disposizioni/direttive/circolari sanitarie militari non è stata acquisita formale convalida od accreditamento da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), al generale Figliuolo, neo Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19, prima di continuare a fare propaganda annunciando obiettivi che appaiono molto fantasiosi, suggeriamo di verificare e quindi chiarire agli italiani chi e come, nei centri vaccinali militari, sta effettuando le somministrazioni al personale militare e civile e se il personale impiegato è in possesso della formazione obbligatoria, dei titoli previsti dalle vigenti norme e da una adeguata copertura assicurativa come espressamente prevede la legge 24/2017.