Uranio impoverito, Sindacato dei Militari: il muro di omertà sta crollando, ufficiali Esercito accusano i vertici. Il silenzio della Difesa è imbarazzante, Ministro Guerini chiarisca
In merito alle recenti notizie di stampa sulla questione uranio impoverito che in questi giorni, grazie a due ufficiali dell’Esercito, hanno riacceso i riflettori sulle responsabilità dei vertici militari e messo in discussione la veridicità delle dichiarazioni rese dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone nel corso dell’audizione difronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, questa Organizzazione sindacale, nel doveroso rispetto che chiunque deve ai numerosi militari deceduti o gravemente malati a causa dell’esposizione all’uranio impoverito, nonché ai loro familiari, chiede al Ministro della difesa Guerini di adoperarsi, sin da subito, per chiarire ogni singolo aspetto della gravissima vicenda.
Dal Ministro Guerini attendiamo degli immediati segnali di cambiamento ed una netta presa di distanza dalle azioni dal suo predecessore, Elisabetta Trenta, anche in relazione agli improvvisati, quanto autoreferenziali, tavoli tecnici sull’uranio impoverito fortunatamente già sparecchiati, nonché dal becero negazionismo contenuto nella relazione “SULLO STATO DI SALUTE DEL PERSONALE MILITARE E CIVILE ITALIANO IMPIEGATO NEI TERRITORI DELLA EX JUGOSLAVIA”, presentata il 10 maggio 2019 al Parlamento.
Oggi, più di ieri, alla luce delle inquietanti dichiarazioni dei due ufficiali dell’Esercito, che sembrano perfettamente in linea con le conclusioni dell’ultima Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dal senatore Gian Piero Scanu che tanto hanno indignato i generali, riteniamo assurdo ogni ulteriore silenzio del Ministro Guerini che ha il dovere di fare chiarezza.