Sindacato dei Militari, audizioni parlamentari coinvolgano tutti i soggetti interessati, senza preclusione alcuna. Deidda (FDI), non si preoccupi per le nostre dichiarazioni e stia sereno.

Abbiamo ascoltato con attenzione l’odierna audizione del ministro della difesa Elisabetta Trenta nell’ambito della discussione delle proposte di legge sui sindacati militari e siamo rimasti favorevolmente colpiti dalla sua personale convinzione di dover chiudere quanto prima l’esperienza della Rappresentanza Militare, che noi abbiamo sempre definito come un costoso fallimento per la tutela dei diritti dei militari.

Non concordiamo, invece, con la proposta di una eventuale coesistenza tra le rappresentanze militari e le organizzazioni sindacali perché, per quanto ci riguarda, dai delegati del Cocer noi non abbiamo nulla da imparare, mentre gli insegnamenti di alcune organizzazioni sindacali della Polizia di Stato sono stati e saranno per noi preziosissimi come, siamo certi, lo saranno per le Commissioni parlamentari.

Riguardo all’intervento della Ministra in merito alla possibilità delle Commissioni di interloquire con le Organizzazioni Sindacali dei militari già costituite e provviste dell’atto di assenso ministeriale, siamo seriamente preoccupati della possibilità che già nella fase delle audizioni previste nel corso dell’iter delle proposte di legge in discussione, possano verificarsi delle discriminazioni nei confronti di quelle Organizzazioni che, seppure regolarmente costituite a norma di legge, non siano ancora provviste dell’assenso ministeriale, o perché non lo hanno ancora ottenuto, oppure perché, come ha fatto il Sindacato dei Militari, non l’hanno mai chiesto ritenendolo al pari di una inaccettabile costrizione imposta dal datore di lavoro. Atto di assenzo che tuttavia, come suggerito dalla stessa ministra Trenta, ben potrà essere revocato in ogni momento.

Confidiamo quindi che le Commissione Difesa di Camera e Senato, nel proseguire i lavori, svolgano il previsto ciclo di audizioni coinvolgendo tutti i soggetti interessati, senza preclusione alcuna.

Non abbiamo potuto fare a meno di ascoltare anche l’intervento dell’onorevole Deidda (FDI) che, per quel poco che ci interessa, vogliamo comunque rassicurare in merito alle sue preoccupazioni per l’attenzione che i media hanno voluto riservare a “qualcuno” non autorizzato dal ministro “che già si fregia del nome Sindacato Militare” che, a suo dire, “violando l’ordinamento militare” o “gli ordini dei superiori” potrebbe incorre in provvedimenti coinvolgendo “qualcuno più ingenuo” che potrebbe essere tratto in errore.

Se, come ci sembra di aver capito, il deputato ha voluto indirettamente riferirsi al Sindacato dei Militari, allora gli diciamo chiaramente di stare sereno e di pensare a lavorare per il bene del Paese e per dare ai militari dei veri sindacati e non dei simulacri di rappresentanza militare 2.0 come vorrebbero i generali.

Già che ci siamo, cogliamo l’occasione per chiarire all’onorevole Deidda, a cui certamente non sfugge la differenza tra un sindacato che si sottomette al datore di lavoro e quello che difende con ogni mezzo la propria indipendenza e autonomia, un sindacato che chiede al datore di lavoro il permesso di esistere non è un sindacato ma è altro, che il Sindacato dei Militari è un soggetto giuridico capace e riconosciuto dallo Stato in virtù delle leggi attualmente vigenti ed è, quindi, pienamente titolare di ogni diritto sancito dalla Costituzione e non necessita di alcun atto di assenso ministeriale per rappresentare, in ogni sede, i diritti e gli interessi dei militari che vi si sono iscritti.

Non si preoccupi quindi l’onorevole Deidda, o il suo partito, né delle nostre pubbliche dichiarazioni, che forse non piacciono proprio a quel sindacato di carabinieri coceristi a cui ha voluto mostrare la sua vicinanza, né delle nostre attività a tutela dei diritti dei militari perché, forse dovrebbe farselo spiegare, non esiste più alcuna norma che possa sanzionare il militare che costituisce o aderisce ad una associazione di categoria a carattere sindacale, cioè il Sindacato dei Militari.