Sanità Militare, Sindacato dei Militari: senza un intervento della Ministra Trenta l’Ospedale italiano di Misurata a rischio chiusura per mancanza di personale infermieristico abilitato all’esercizio della professione

Come preannunciato dalla Direzione del Policlinico Militare di Roma, lo scorso 22 agosto, il personale militare esercente le professioni sanitarie che presta servizio presso le strutture sanitarie delle missioni all’estero non provvederà a mettersi in regola con le disposizioni previste dalle leggi 24/2017 (assicurazione per colpa grave) e 3/2018 (iscrizione all’Albo professionale) entro il prossimo 9 settembre verrà sospeso dal servizio in attesa di una ricollocazione secondo le esigenze delle Forze armate.

La legge Lorenzin (n. 3/2018) è entrata in vigore il 15 febbraio 2018 ma l’amministrazione militare, ad oggi, non ha ancora adottato i necessari e quanto mai urgenti provvedimenti per garantire il regolare e legale svolgimento delle professioni infermieristiche e tecnico sanitarie in ambito militare ciò, evidentemente, anche per l’effetto di una interpretazione della Direzione Generale della Sanità militare che nel 2011 escluse dall’obbligo di iscrizione agli Albi professionali per il personale interessato.

Una delle possibili conseguenze di questa imbarazzante situazione di illegalità potrebbe essere l’interruzione delle attività delle strutture sanitarie italiane che operano nei teatri operativi fuori area come, ad esempio, l’ospedale italiano di Misurata dove prestano servizio gli infermieri militari del Policlinico Militare di Roma.

La situazione è grave ed è ben conosciuta dalla Ministra Trenta fin dallo scorso mese di febbraio quando ho inviato alla sua attenzione una lettera alla quale però non si è mai degnata di rispondere.

Al Direttore del Policlinico, ma anche a quello della Sanità militare, voglio ricordare che se per un verso il dovere del datore di lavoro e quello di pretendere dai propri dipendenti il pieno rispetto della legge dall’altro, lo stesso, deve necessariamente realizzare tutte le condizioni affinché il dipendente non si venga a trovare nella condizione di dover violare la legge in esecuzione di un ordine di servizio.

Tra queste condizioni prioritaria è quella del riconoscimento della professione e del corrispondente inquadramento che, nel caso di specie, vorrebbe gli infermieri militari inquadrati nei ruoli direttivi come peraltro prevede lo stesso Albo professionale al quale la legge li obbliga ad iscriversi.

Se la Ministra Trenta, ancorché in carica solo per gli affari correnti, non interverrà prontamente per ristabilire il pieno rispetto della legge e non ci convocherà per valutare le nostre richieste allora, così come abbiamo già denunciato all’autorità giudiziaria l’esistenza degli infermieri militari abusivi, valuteremo la fattibilità di ogni ulteriore azione giudiziaria che si dovesse rendere necessaria per affermare la piena dignità professionale degli infermieri e dei tecnici sanitari militari regolarmente iscritti ai rispettivi ordini professionali.