Raggi e Trenta inciampano nell’ausiliaria

Apprendiamo da fonti di stampa che il Comune di Roma, guidato dalla Sindaca Virginia Raggi, ha recentemente approvato una delibera con la quale 5 generali delle forze armate in ausiliaria, in virtù di un non meglio chiarito accordo stipulato con la Ministra della Difesa, saranno richiamati in servizio per andare ad occupare posti dirigenziali e percepiranno, oltre al normale trattamento economico di quiescenza maggiorato dell’indennità di ausiliaria a carico della Difesa, un ulteriore 25 percento complessivo a carico del comune capitolino. Allo stesso modo abbiamo appreso che anche 5 marescialli in ausiliaria sono stati richiamati in servizio ma dal Comune di Portico in provincia di Caserta. Questi ultimi, a differenza dei generali, non percepiranno alcun compenso aggiuntivo a carico delle casse comunali.

A questo punto la Sindaca di Roma e la Ministra della difesa hanno il dovere di spiegare agli italiani e ai 5 marescialli che andranno a lavorare presso gli uffici del comune campano per quale ragione i loro colleghi generali, richiamati anch’essi in servizio per lo stesso motivo e in virtù della stessa anacronistica legge, potranno percepire compensi aggiuntivi e quindi con maggiori oneri a carico dei contribuenti.
Detto questo, mentre attendiamo la replica da parte della Sindaca e della Ministra, appare opportuno ricordare ai contribuenti che la posizione di stato c.d. “Ausiliaria” è un costosissimo privilegio che lo stesso capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, si era impegnato a cancellare durante la campagna elettorale dello scorso febbraio 2018  ma, come è stato ampiamente dimostrato, deve essersene dimenticato, forse già all’indomani delle elezioni.

Ci sembra quindi doveroso, per rinfrescare la memoria ai più distratti, ai grillini e alla Ministra Trenta, evidenziare che questi pensionati militari durante la permanenza in ausiliaria oltre alla pensione maturata sulla base dell’anzianità di servizio e degli assegni pensionabili al momento della cessazione dal servizio permanente hanno diritto alla corresponsione dell’indennità di ausiliaria il cui importo è pari al 50% della differenza tra il trattamento economico spettante al pari grado in servizio di pari anzianità e la pensione dall’interessato.

L’indennità viene aggiornata ogni volta in cui, per effetto di leggi o contratti, lo stipendio del parigrado in servizio viene aumentato. È computata anche sulla 13^ mensilità ed è riversibile nel caso di decesso avvenuto in tale posizione. In altre parole l’indennità di ausiliaria è un meccanismo di indicizzazione, cioè di adeguamento del trattamento economico pensionistico alla retribuzione del pari grado in servizio. Al termine dei 5 anni il militare ha diritto alla riliquidazione del trattamento pensionistico tenendo conto, ai fini della determinazione dell’anzianità complessiva, anche del periodo trascorso in ausiliaria.
Questo ingiustificato privilegio che la Ministra della difesa non ha voluto eliminare nonostante le tante promesse elettorali, e che non è l’unica questione passata nel dimenticatoio, costa ai contribuenti circa 400 milioni per il solo 2019.

Quello che quindi non riusciamo a comprendere, e che vorremmo fosse spiegato, soprattutto ai cittadini romani e più in generale ai contribuenti, è l’aspetto economico a carico del Comune di Roma. Insomma, quel 25 percento in più che dovrebbe percepire ciascuno dei 5 generali e che non sembra essere giustificato da alcuna norma. Inoltre è legittimo domandarsi come mai fra i tanti dirigenti dell’amministrazione Capitolina la Raggi non ne abbia trovati alcuni in grado di andare ad occupare quei posti da dirigente così importanti.

Quindi, se per un verso il chiarimento della Raggi è oltremodo indispensabile, per l’altro la Ministra Trenta dovrebbe spiegare per quale ragione mentre i 5 generali percepiranno un compenso aggiuntivo, ai 5 marescialli non verrà corrisposto alcunché.

Mentre attendiamo le doverose risposte non possiamo far altro che chiedere alla Procura di Roma di verificare la correttezza degli atti assunti dalla Giunta capitolina.

Luca Marco Comellini, Segretario Generale del Sindacato dei Militari