PA, contratto lavoro Difesa/Sicurezza, Comellini (Sindacato dei Militari): diffidato Ministro Brunetta. Basta ignorare la legge e la Corte costituzionale.
Il Sindacato dei Militari, unitamente alla Federazione Lavoratori Militari (FLM) e al Sindacato Finanzieri Democratici (SFD) hanno diffidato il Ministro per la Pubblica Amministrazione, On. Renato Brunetta, e il Capo Dipartimento della Funzione Pubblica, dott. Marcello Fiori a:
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sospendere, fino all’adozione per le associazioni sindacali militari costituitesi a seguito della sentenza n.120/2018 di un decreto analogo a quello già previsto dall’art.2, comma 1, lett. A), del D.lgs. 195/1995 per le omologhe associazioni sindacali del personale delle forze di polizia a ordinamento civile, le procedure negoziali in atto relative al personale delle Forze di polizia a ordinamento civile e militare e delle Forze armate – Triennio 2019/2021;
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in conformità ed attuazione della sentenza della Corte costituzionale n.120/2018, adottare un decreto analogo a quello già previsto dall’art. 2, comma 1, lett. A), del D.lgs. 195/1995 per le associazioni sindacali del personale delle Forze di polizia a ordinamento civile, al fine di rendere così possibile l’accertamento della rappresentatività delle associazioni sindacali militari costituitesi a seguito della sentenza n.120/2018, da misurarsi tenendo però conto, allo stato, “del solo dato associativo”, fino al raggiungimento di successivo accordo tra delegazione di parte pubblica e di parte sindacale, valevole per le successive tornate negoziali, in ordine a modalità di espressione del dato elettorale, relative forme di rappresentanza e connesse attribuzioni;
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conseguentemente, ammettere le scriventi associazioni a partecipare alle, solo a seguito di ciò riavviande, procedure negoziali per il rinnovo del contratto di lavoro del Personale non dirigente – Comparto Sicurezza / Difesa – triennio 2019-2021.
Abbiamo ricordato al Ministro Brunetta che “con la sentenza n.120/2018 la Corte costituzionale, anticipando l’intervento del legislatore, ha già stabilito il ruolo e i compiti che le Pubbliche Amministrazioni interessate sono chiamate a esercitare nella fattispecie in esame, fissandone chiaramente il perimetro e i limiti. Pertanto, l’introduzione o l’imposizione di limiti aggiuntivi a quelli specificamente indicati dalla Corte Costituzionale, cioè l’esclusione dei sindacati militari dalle procedure negoziali per il rinnovo del contratto di lavoro è da ritenersi illegittima ed inammissibile, tanto più se operata attraverso delle semplici circolari, quali quelle emanate nel tempo dal Ministero della Difesa.” e che “tutte le associazioni sindacali militari costituitesi a seguito della citata sentenza n.120/2018, hanno la medesima dignità e il medesimo diritto di rappresentanza del Consiglio Centrale della Rappresentanza militare e continuare ad impedirci di partecipare attivamente alle procedure in argomento costituirebbe una concreta violazione di quanto stabilito dalla Corte costituzionale con la ripetuta sentenza, nella parte in cui dispone che “18.− … per non rinviare il riconoscimento del diritto di associazione, nonché l’adeguamento agli obblighi convenzionali, questa Corte ritiene che, in attesa dell’intervento del legislatore, il vuoto normativo possa essere colmato con la disciplina dettata per i diversi organismi della rappresentanza militare … Tali disposizioni infatti costituiscono, allo stato, adeguata garanzia dei valori e degli interessi prima richiamati.””.
Nelle more dell’intervento del legislatore, per rendere possibile, in conformità a quanto chiarito dalla Corte Costituzionale, la partecipazione delle associazioni sindacali costituitesi a seguito della sentenza n.120/2018 alle procedure in oggetto è necessario e sufficiente, che il Dipartimento della Funzione Pubblica adotti un decreto analogo a quello già previsto dall’art.2, comma 1, lett. A), del D.lgs. 195/1995, per le omologhe associazioni sindacali del personale delle forze di polizia a ordinamento civile.
Se le nostre legittime richieste non dovessero essere accolte siamo già pronti a citare in giudizio il Ministro Brunetta e il suo Capo Dipartimento ma, nell’interesse di tutti i lavoratori del comparto Sicurezza /Difesa, vorremmo evitare di avviare un contenzioso sulla mancata applicazione della decisione della Corte Costituzionale che potrebbe avere pesanti ripercussioni sulle procedure negoziali in atto.