MOLESTIE E VIOLENZE ALL’ACCADEMIA DI MODENA, COMELLINI: L’11 GIUGNO ALL’UDIENZA PRELIMINARE IL SINDACATO DEI MILITARI SARA’ PRESENTE. E’ PERSONA OFFESA E COSTITUENDA PARTE CIVILE.
Il Sindacato dei Militari, rappresentato e difeso dall’avvocato Piero Santantonio del foro di Forlì – Cesena, il prossimo 11 giugno sarà presente in qualità di persona offesa innanzi al Tribunale di Modena per l’udienza preliminare del procedimento contro il tenente colonnello Giampaolo Cati, già comandante del Centro ippico militare, imputato dei delitti previsti e puniti dagli articoli 612 bis e 610 c.p..
Ci costituiremo anche parte civile per affiancare la Procura e tutte le altre persone offese dai comportamenti attribuiti all’ufficiale dell’Esercito perché non possiamo accettare che nel prestigioso istituto dove si formano coloro che saranno destinati a ricoprire i più alti incarichi di vertice nell’Esercito e nell’Arma dei carabinieri si possa anche solo pensare che tali comportamenti possano essere tollerati e restare impuniti.
É un nostro preciso dovere essere presenti nel processo perché la tutela dei diritti di tutti i militari non può essere intesa solo come l’offerta di inutili convenzioni economiche o di assistenza fiscale ma deve essere concretamente improntata e condotta come forma di lotta civile contro ogni tipo di violenza, di discriminazione o di abuso del datore di lavoro nei confronti dei dipendenti e alla tutela della loro salute e per la sicurezza dei luoghi di lavoro. Sono questi gli aspetti che riteniamo essere fondamentali e che non possono mancare nell’azione di ogni sindacato che vuole essere considerato tale.
Fino ad oggi queste sensibilità sono mancate e mancano ancora nella cultura sindacale di molte delle associazioni tra militari nate dopo la storica decisione della Corte costituzionale che nel 2018 ha sancito il diritto per tutti i militari di poter costituire i propri sindacati. Ciò anche a causa della miopia del legislatore e dei vertici militari che con la legge sull’esercizio dei diritti sindacali in ambito militare e i relativi regolamenti di attuazione (L. 46/2022) hanno stravolto e piegato alle loro esigenze la decisione della Corte.
Dopo il caso di Giulia Schiff, non unico nella compagine militare, il caso dell’Accademia di Modena e quello recente, ancor più tragico, della scuola allievi marescialli dell’Arma dei carabinieri, ci sentiamo in dovere di chiedere alle parti politiche di avviare urgentemente un radicale processo di riforma dell’ordinamento militare.
Serve una inversione di rotta nella produzione normativa e regolamentare che oggi osserviamo essere più volta a salvaguardare le esigenze delle posizioni datoriali che i diritti dei lavoratori. Occorre correggere questo inaccettabile sbilanciamento che va contro ogni logica e spesso si spinge fino a piegare la stessa Costituzione alle esigenze del più forte o a interessi particolari che nulla hanno a che vedere con il corretto uso della disciplina, l’etica e l’onore che devono in ogni momento caratterizzare l’azione di ciascun militare che esercita l’azione di comando o una funzione pubblica.
Mi auguro che l’11 giugno, al nostro fianco e accanto alle vittime e ai loro difensori, ci saranno anche i rappresentanti di tutti gli altri sindacati militari per dimostrare, coi fatti, di essere dalla parte dei più deboli, dalla parte della legalità e della giustizia, contro ogni forma di abuso e discriminazione sui luoghi di lavoro e per affermare, tutti insieme, la dignità e l’importanza della nostra funzione sindacale.
Lo dichiara Luca Marco Comellini , Segretario generale del Sindacato dei Militari.