Marina Militare, analisi acque di bordo: non c’è due senza tre (ritenta sarai più fortunato)

Sulla questione delle acque destinate al consumo umano a bordo delle unità navali della Marina Militare è già stato scritto e detto molto ma la soluzione sembra essere ancora lontana.

Lo scorso 18 maggio 2018 la Direzione di Commissariato della Marina Militare di La Spezia aveva indetto una procedura aperta (Disciplinare di Gara n. 15/2018) finalizzata alla conclusione di un accordo quadro con un solo operatore economico per l’appalto del servizio di controllo delle acque di bordo destinate al consumo umano.

Il primo STOP  alla gara (sospensione in autotutela) arrivo il successivo 20 giugno a seguito di una nostra segnalazione sulle carenze del “Disciplinare Tecnico” rispetto alle disposizioni di legge. Il 17 luglio lo STOP viene prorogato fino al 31 ottobre 2018, poi più nulla.

Evidentemente la nostra critica, sempre costruttiva nell’interesse dei nostri iscritti e di tutto il personale imbarcato sulle navi militari, aveva colto nel segno.

Il 28 gennaio 2019 ecco spuntare sul sito della Marina un nuovo Avviso, con scadenza 14 febbraio 2019, con il quale sempre la stessa Direzione di Commissariato M.M. di La Spezia, ha inteso acquisire la “manifestazione di interesse” per l’affidamento a laboratori analisi esterni all’Amministrazione della Difesa, del servizio di analisi delle acque sulle unità navali della base navale di La Spezia, per l’E.F. 2019, per un importo stimato di 400.000,00 euro.

“Non c’è due senza tre”

Non vorremo essere considerati troppo pignoli ma prima di passare ai rilievi sulla specifica Tecnica ci sembra doveroso segnalare che la normativa vigente ha individuato quali laboratori di riferimento, per i “controlli esterni” volti al giudizio sull’idoneità al consumo umano, quelli pubblici; nello specifico quelli delle Aziende Unità sanitarie locali e Agenzie per la protezione dell’ambiente. Quindi, nella considerazione che i comandi di Marina Nord e Comsubin già da tempo collaborano in regime di “scambio di servizi” con la locale Azienda sanitaria spezzino n. 5, non comprendiamo perché detto avviso sia stato rivolto anche ai laboratori analisi privati.

Nel merito la nuova Specifica Tecnica non ci sembra ancora in linea con la normativa vigente, in quanto:
• l’oggetto dell’appalto sia la fornitura a quantità indeterminata del servizio per l’analisi delle acque destinate al consumo umano da effettuare a favore di unità navali e galleggianti in sede presso l’Arsenale Militare Marittimo di La Spezia. Siccome le navi sono fatte per navigare e non per stare sempre in porto, ci domandiamo per quale ragione non viene prevista l’effettuazione di analisi sulle acque auto-prodotte in navigazione attraverso sistemi di dissalazione, potabilizzazione e gradevolizzazione.

• non considera, fermo restando quanto disposto dall’articolo 8, comma 3, del decreto legislativo 31/2001, che a giudizio dell’Autorità sanitaria competente, potrà essere effettuata la ricerca concernente i seguenti parametri accessori con i rispettivi volumi di riferimento:

(Tali parametri vanno ricercati con le metodiche di cui al citato articolo 8, comma 3. Devono comunque essere costantemente assenti nelle acque destinate al consumo umano gli Enterovirus, i Batteriofagi anti-E.coli, gli Enterobatteri patogeni e gli Stafilococchi patogeni).
• Il decreto legislativo 15 febbraio 2016, n. 28, Attuazione della direttiva 2013/51/EURATOM del Consiglio, del 22 ottobre 2013, che stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano. Di seguito si citano i parametri non considerati nella specifica tecnica:

Parametri di Radon, Trizio e dose indicativa // Valore di parametro
Radon // 100 Bequerel/l
Trizio //100 Bequerel/l
Dose indicativa (DI) // 0.1 mSv/anno

• Nelle procedure di campionamento delle acque indicate nella Specifica Tecnica “i campioni devono essere trasferiti con massima speditezza al laboratorio utilizzando un contenitore refrigerato a + 4°C”. Tuttavia, le “Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi” approvate dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 maggio 2015 è previsto che per la ricerca delle Legionelle i campioni prelevati devono essere consegnati subito affinché l’analisi possa essere iniziata preferibilmente entro le 24 ore dal prelievo e trasportati a temperatura ambiente, al riparo dalla luce, avendo cura di separare i campioni di acqua calda da quelli di acqua fredda.

Sono passati 9 mesi dalla fatidica – sicuramente sofferta – decisione di dover dare puntuale applicazione alle norme già in vigore fin dal lontano 2001 e ci ritroviamo nuovamente a dover segnalare all’opinione pubblica alcune criticità che, se non corrette, potrebbero rendere vano lo sforzo che la forza armata sta facendo in questi mesi.

In attesa di un terzo tentativo da parte della Direzione di Commissariato di La Spezia, nella speranza che sia quello definitivo, la Ministra Trenta potrebbe anche cominciare porsi qualche domanda e farsi venire qualche dubbio sul #NULLADANASCONDERE sbandierato ai quattro venti dalla Marina Militare ogni volta che si parla del caso “acque di bordo” o sul processo che nei prossimi giorni vedrà nuovamente il nostro iscritto, Capo di prima Classe Infermiere Emiliano BOI, davanti ai Giudici militari della Corte d’appello di Roma per rivendicare la sua innocenza e la tutela per i suoi colleghi marinai.

(immagine, fonte: http://www.marina.difesa.it)