Maresciallo punito e trasferito si rivolge all’Autorità Nazionale Anticorruzione che infligge la sanzione pecuniaria di 5.000 euro a due ufficiali.
L’Autorità Nazionale Anticorruzione, con la delibera n. 72 del 14 febbraio scorso, ha inflitto la sanzione pecuniaria di 5.000 euro a ciascuno dei due ufficiali dell’Arma dei Carabinieri ritenuti responsabili di comportamenti vessatori nei confronti di un Maresciallo che aveva segnalato fatti illeciti all’Autorità giudiziaria. A seguito di tale segnalazione al Maresciallo era stata inflitta una sanzione disciplinare e ne era stato disposto il trasferimento presso un’altra sede di servizio.
Il militare, iscritto alla nostra organizzazione sindacale nella quale ricopre un incarico dirigenziale, assistito dall’avvocato Piero Santantonio del Foro di Forlì-Cesena, nel novembre del 2022 ha presentato all’Anac una segnalazione per presunte misure ritorsive subite a seguito di segnalazione di illeciti ai sensi e per gli effetti dell’art. 54-bis del d.lgs.165/01.
L’Autorità Nazionale dopo un complesso procedimento ne ha riconosciuto la qualità di whistleblowers ed ha comminato a ciascuno dei due ufficiali coinvolti la sanzione pecuniaria di 5.000 euro.
La nostra organizzazione sindacale ha seguito e supportato il Maresciallo durante tutto il complesso procedimento che si è concluso ieri con la notifica allo stesso della Delibera dell’Autorità Nazionale Anticorruzione che, nel motivare il provvedimento sanzionatorio nei confronti dei due ufficiali, ne ha evidenziato il comportamento ritorsivo messo in atto in occasione del provvedimento disciplinare avviato nei confronti dello stesso maresciallo.
La decisione dell’Anac rappresenta un importante successo per il Maresciallo e per il Sindacato perché è la palese dimostrazione che la nostra “azione sindacale” è fondamentale per affermare i diritti del lavoratore e quello stato di diritto che troppo spesso un’amministrazione pubblica come lo è l’Arma dei carabinieri perde di vista.
Il risultato ottenuto dal nostro dirigente sindacale è anche la dimostrazione dell’assoluta inutilità di quei vincoli interpretativi di atti normativi o regolamentari che il Ministero della difesa pretende di applicare per imbrigliare oltre ogni modo la nostra attività sindacale. È un risultato che di fatto mette in discussione un recente intervento del Comando Generale dell’Arma dei carabinieri teso a minimizzare l’applicabilità delle tutele per il whistleblowers nell’ambito della compagine militare.
Mi auguro che il Comandante Generale dell’Arma, Generale Teo Luzi, prenda atto di quanto accaduto e conseguentemente adotti tutti quei provvedimenti che si renderanno necessari ad evitare che altri debbano subire quanto ha dovuto subire il coraggioso Maresciallo.”
Luca Marco Comellini, Segretario Generale del Sindacato dei Militari.