Legge sui sindacati militari, Sindacato dei Militari: legislatore più attento a mettere limiti e vincoli che a garantire parità e uguali diritti a cittadini in divisa. Inutile emendare un testo irricevibile
Il testo della proposta di legge sui sindacati militari attualmente in discussione presso la Commissione difesa della Camera dei deputati non è emendabile e deve essere cancellato dall’ordine del giorno. Quello che chiediamo al Presidente della Commissione, on. Gianluca Rizzo, è un atto di coraggio e coerenza con quanto affermava dai banchi dell’opposizione durante la scorsa legislatura in merito ai diritti sindacali di cui dovrebbero poter godere i cittadini militari.
L’attuale testo è assolutamente irricevibile ed è il chiaro esempio di una azione politica asservita alle necessità del vertice militare e non alla legge e alla Costituzione. Si vorrebbe licenziare un complesso di norme finalizzate ad imporre limiti che vanno ben oltre la storica sentenza 120/18 pronunciata quasi due anni fa dalla Corte costituzionale.
I membri della Commissione parlamentare invece di fare a gara a chi riesce ad assecondare al meglio le richieste di questo o quel generale o ammiraglio, sbizzarrendosi nella produzione di proposte di norme, ed emendamenti di dubbia legittimità, farebbero bene, ad esempio, a valutare gli effetti della coesistenza tra lo svolgimento di una carica sindacale e gli obblighi imposti ai Carabinieri e agli appartenenti al Corpo della guardia di finanza, ovvero al Corpo delle capitanerie di porto, dalle qualifiche di Ufficiale e Agente di Polizia Giudiziaria o quelli propri dell’Agente di Pubblica Sicurezza. La questione, che noi riteniamo rilevante, non sembra essere stata affrontata con la dovuta attenzione nella proposta di legge in discussione.
Per questa ragione invitiamo i membri della Commissione Difesa, unitamente ai dirigenti delle diverse associazioni tra militari a carattere sindacale e ai Segretari Generali delle organizzazioni sindacali delle Forze di polizia a ordinamento civile, a dare vita ad un serio e aperto confronto che partendo dalla necessaria estenzione al personale militare delle norme di cui agli articoli 82 e seguenti della Legge 121/1981, possa dare vita ad un testo di legge che garantisca il compiuto esercizio dei diritti propri di ogni lavoratore, tale da essere condiviso anche da chi intenderebbe fare sindacato ponendosi come centro del problema le percentuali di rappresentatività, la possibilità di avere una sede o di gestire i permessi e i distacchi o, ancora, di poter sostituire i diritti con convenzioni economiche e commerciali, con facili accessi al credito finanziario o consulenze fiscali e assistenze legali.