Il “Piano di modernizzazione” della Marina Militare è solo propaganda.

Lo scorso 12 luglio il Capo di stato maggiore della Marina Militare, l’Ammiraglio Credendino, ha diramato il suo Piano di modernizzazione della Forza Armata – Linee d’indirizzo”.

Nel curioso documento, redatto con i toni della propaganda d’altri tempi, si leggono parole come “coerenza”, “concretezza”, “credibilità” e “fiducia” che tuttavia cozzano violentemente con la realtà lavorativa vissuta dal personale della forza armata che è sempre più aggravata da una crisi motivazionale e di valori senza precedenti. Nel suo complesso pare uno spot pubblicitario, come quelli trasmessi all’ora di pranzo per reclamizzare un prodotto capace di far felice tutta la famiglia: i bastoncini di merluzzo panato.

Nella lunga lista di obiettivi allegati al proclama del vertice della forza armata salta immediatamente agli occhi quello di “Raccontare storie positive direttamente dai protagonisti, in modo autentico, per alimentare il ciclo della prospettiva positiva. Esempio: giovani marinai e sottufficiali, storie di famiglia che si è adattata. Importante è che siano persone assolutamente normali”.

A parte la superba iniziativa editoriale, che introduce un suo concetto della “normalità” tutto da spiegare, è nella parte in cui il documento affronta la questione relativa al trattamento economico del personale, cioè quella che oggi interessa maggiormente, che ci accorgiamo della abissale distanza tra il dire del vertice e il fare dei suoi subordinati.

Infatti, mentre il capo della forza armata dice di “Adottare ogni misura utile a pagare i CFI entro due mesi da quando vengono maturati”, il suo “I Reparto Personale”, dopo solo 5 giorni, lo smentisce disponendo la sospensione del pagamento del CFI (compenso forfettario di impiego) per i mesi di agosto e settembre per mancanza di soldi.

Il capo della Marina non manca poi di fare riferimento alle “buone pratiche per efficienza e benessere organizzativo”, una sorta di vademecum in cui spicca una frase che sembra copiata dalla facciata di qualche vecchio palazzo della Roma dei primi del novecento: “un ambiente bello, ordinato e pulito è più sicuro, efficiente e vivibile”.

Se queste sono le premesse per il futuro della forza armata allora è facile comprendere la necessità dell’esistenza del Sindacato dei Militari.

Luca Marco Comellini – Segretario Generale del Sindacato dei Militari.