Esercito, Sindacato dei Militari e Federazione Lavoratori Militari (FLM): Ministro Crosetto fermi immediatamente la schedatura del personale. Informazioni e dati riferiti a terzi non devono interessare il datore di lavoro

Apprendiamo che nei confronti del personale militare dell’Esercito sarebbe in corso la somministrazione di una scheda/test del benessere psico-fisico che consisterebbe in un censimento di dati personali e degli eventi stressanti anche riferiti a terzi non appartenenti all’amministrazione militare.

Per le modalità e il contenuto delle informazioni raccolte il test dovrebbe essere effettuato esclusivamente dal personale medico abilitato in occasione delle visite di controllo e previa acquisizione del consenso informato. Quindi se ciò, invece, dovesse avvenire a cura dei comandanti degli enti e/o reparti della forza armata o anche per il tramite dei responsabili delle segreterie o uffici che si occupano del personale (c.d. Uffici maggiorità) allora, ad avviso di chi scrive, in carenza dei titoli abilitanti, si potrebbero verificare situazioni tali da meritare una attenta valutazione sotto il profilo penale potendosi configurare il reato di esercizio abusivo di una professione previsto e punito dall’articolo 348 c.p. .

Un altro aspetto che non ci convince del test in questione è dato dalla presenza di domande che non riguardano né l’ambiente di lavoro né il soggetto che vi si sottopone ma altri aspetti della vita privata e di relazione con soggetti terzi estranei sia al nucleo familiare che all’ambiente di lavoro che, semmai, dovrebbero essere proposte nel corso del colloquio con lo psicologo che è parte essenziale della visita di idoneità al servizio.

Per questi motivi nel chiedere al Ministro Crosetto un immediato intervento che ponga definitivamente fine a queste pratiche che, come detto, se svolte da soggetti sprovvisti degli adeguati titoli sono illecite, invitiamo i militari a cui verrà o è già stato somministrato il test in argomento, a segnalarci le modalità effettivamente utilizzate per l’effettuazione del test al fine di poter predisporre adeguate azioni di tutela sindacale.

Mentre attendiamo che il Ministro intervenga con la dovuta urgenza abbiamo dato mandato ai nostri legali di valutare i fatti fino ad oggi segnalatici al fine di interessare le Autorità giudiziarie competenti e il Garante per la protezione dei dati personali.

Lo rendono noto Luca Marco Comellini, Segretario Generale del Sindacato dei Militari e Giuseppe De Finis, Segretario Generale della Federazione Lavoratori Militari.