Difesa, correttivi al riordino delle carriere, Sindacato dei Militari: grazie a noi approvata iscrizione Albo professionale a carico AD e affermata pari opportunità nei concorsi interni
Finalmente con l’approvazione del decreto legislativo recante i correttivi al c.d. riordino delle carriere del personale militare possiamo prendere atto dell’atteso, seppur timido, cambiamento di rotta nell’azione del Governo per quanto riguarda le politiche per il personale della Difesa che, con il ministro Guerini, passano dagli annunci ai fatti.
Le soluzioni che il ministro ha voluto adottare per porre rimedio a due importanti questioni sollevate dalla nostra Organizzazione sindacale fin dallo scorso gennaio, rappresentano sicuramente un incoraggiante segnale di attenzione verso le esigenze e i diritti dei lavoratori con le stellette.
Ci riferiamo alla questione del pagamento da parte dell’amministrazione militare della quota annuale di iscrizione all’Albo professionale per il personale militare esercente le professioni sanitarie e al test di gravidanza richiesto alle concorrenti dei concorsi interni per l’avanzamento di grado.
La prima questione – la richiesta di pagamento della quota annuale di iscrizione agli albi professionali da parte dell’amministrazione militare – ha trovato un prevedibile, ancorché tardivo, accoglimento anche in ragione dell’esclusività della prestazione lavorativa ad esclusivo vantaggio dell’amministrazione militare ma, come abbiamo sempre sostenuto, non risolve il problema dell’inquadramento giuridico del personale interessato nel previsto ruolo direttivo.
Il corretto inquadramento nel ruolo direttivo del personale militare che esercita le professioni sanitarie è necessario al fine di evitare inutili e dannose sperequazioni tra i professionisti militari e quelli che operano nelle amministrazioni civili. Non si possono avere infermieri civili di serie “A” e continuare a relegare quelli militari in serie “B”.
La seconda questione invece riguarda le regole per la partecipazione delle donne militari ai concorsi interni per l’avanzamento di grado. Dette regole prevedevano – e ancora prevedono – per le sole concorrenti di sesso femminile la presentazione del test di gravidanza. In caso di positività del test la concorrente viene giudicata temporaneamente non idonea al servizio militare incondizionato e quindi estromessa dal concorso con la possibilità di rientrarvi solo dopo aver effettuato le previste prove per l’accertamento dell’idoneità fisica entro il termine conclusivo del bando con la conseguenza, inevitabile e inaccettabile, di dover scegliere tra l’essere madre o fare carriera.
La soluzione adottata dal Governo adesso permetterà alle concorrenti in stato di gravidanza di effettuare gli accertamenti psico-fisici al cessare della causa impediva o nell’ambito del concorso immediatamente successivo, anche in deroga al limite di età previsto per la partecipazione.
La scelta dell’Esecutivo, evidentemente finalizzata a garantire le pari opportunità tra i concorrenti di sesso femminile e maschile nell’ambito della medesima procedura concorsuale, poteva e doveva essere più coraggiosa e funzionale nell’interesse della P.A. prevedendo soprattutto l’eliminazione dell’obbligo del test di gravidanza che, oltre a rappresentare un accertamento sicuramente incostituzionale, appare superfluo in tutte quelle procedure concorsuali riservate a personale già in servizio, quindi già in possesso dell’idoneità al servizio. Un retaggio del più becero maschilismo che ancora caratterizza le Forze armate nonostante siano passati oltre 20 anni dall’arruolamento delle prime donne soldato.
Sugli altri aspetti economici del provvedimento in argomento e le altre soluzioni riferite alle progressioni di carriera del personale non direttivo e non dirigente preferiamo evitare qualsiasi commento. Siamo comunque soddisfatti dei risultati che abbiamo raggiunto nell’interesse del personale che rappresentiamo ma, per il futuro, invitiamo le Commissioni parlamentari e il Governo a non rifiutare il confronto con noi per trovare le soluzioni adeguate, in tempi più brevi.