Coronavirus, arruolamento infermieri militari, Sindacato dei Militari: si ma vanno collocati nella categoria degli ufficiali. Ministro Guerini intervenga
Per evitare che il piano di arruolamento straordinario non fallisca il Governo dovrà correggere il testo dell’articolo 7 del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, “Cura Italia”, e prevedere l’inquadramento dei futuri 200 infermieri militari, ma anche di tutti quelli attualmente già in servizio, nella categoria degli ufficiali, ruolo direttivo, perché solo in tale modo i professionisti che potrebbero decidere di arruolarsi saranno sicuri di non essere poi considerati infermieri di serie B.
Arruolare nell’Esercito, per un solo anno, 200 laureati in infermieristica già abilitati all’esercizio della professione e attribuirgli il grado di maresciallo significa volerli retrocedere dal ruolo direttivo/dirigente, già riconosciuto a tutto il personale civile che esercita la professione nel restante pubblico impiego, al ruolo meramente esecutivo “esecutivo” della categoria dei sottufficiali.
È evidente che chi ha suggerito al Ministro Guerini una simile iniziativa sia ancora convinto di poter ottenere manovalanza altamente qualificata a basso costo, facilmente gestibile e impiegabile in ogni contesto emergenziale. Eppure il solerte suggeritore non si è domandato quanti seri professionisti, già abilitati all’esercizio della professione infermieristica, decideranno volontariamente di essere degradati al ruolo di meri esecutori di ordini quando, invece, in ambito civile, la loro naturale collocazione è nei ruoli del personale direttivo/dirigente.
Qualora il Ministro Guerini avesse qualche dubbio gli suggeriamo di non rivolgersi ai soliti noti baroni della sanità militare, ma di chiedere, se non a noi, direttamente al suo collega Ministro della Salute e alla Presidente della FNOPI, dottoressa Barbara Mangiacavalli, dei quali già conosciamo il rispetto e l’alta considerazione che nutrono per la professione infermieristica.
Ministro, non c’è più tempo per le visioni ottocentesche della sanità militare, l’Italia ha bisogno di infermieri, le persone hanno bisogno di assistenza e di professionisti sanitari che possano operare senza distinzioni e subordinazioni.
Le Forze armate possono dare un enorme contributo in termini di professionalità in campo sanitario ma senza una equiordinazione del personale infermieristico ogni diversa soluzione si potrebbe rivelare un fallimento di cui il Paese non ha bisogno.
Sindacato dei Militari