COMUNICATO DELLA SEGRETERIA NAZIONALE
Riteniamo sia assolutamente inutile lamentarsi dopo aver applaudito all’approvazione di una legge che nega i diritti sindacali ai militari.
Ci riferiamo alla notizia dell’avvio di un procedimento disciplinare di stato da parte del Ministero della Difesa nei confronti di un militare, segretario generale di una Associazione professionale a carattere sindacale tra militari (APCSM) e delle conseguenti proteste messe in atto dal medesimo sodalizio.
L’Associazione in questione, appare doveroso ricordarlo, definì “svolta epocale” l’approvazione da parte del Parlamento delle “Norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo”, promulgate con la legge n. 46 del 28 aprile 2022, che ora sembra voler contestare nella parte in cui impone divieti e limitazioni, nonostante fosse già ben chiaro, fin dall’inizio dell’iter parlamentare, che questi avrebbero inciso in modo determinante sull’esercizio delle libertà sindacali fino a svlilire il principio sancito dal primo comma dell’articolo 39 della Costituzione: l’organizzazione sindacale è libera.
Ad avviso di questo Sindacato dei Militari l’azione disciplinare promossa nei confronti del segretario generale risponderebbe pienamente alle norme del codice dell’ordinamento militare, così come integrate da quelle introdotte dal Governo nell’esercizio della delega contenuta nella legge 46.
Vogliamo augurarci che quanto è accaduto possa servire a far comprendere a tutti i dirigenti delle associazioni a carattere sindacale tra militari, che nell’occasione si sono limitati ad esprimere la loro solidarietà nei confronti di quel segretario generale, che vi è una urgente necessità di dover dare vita a una radicale riforma per affermare, una volta per tutte, l’applicazione degli artt. 82 e seguenti della legge 1 aprile 1981, n. 121, anche nei confronti del personale militare, compreso quelli dell’Arma dei carabinieri, del Corpo della guardia di finanza e del Corpo delle Capitanerie di Porto.
La Segreteria Nazionale