Comellini (Sindacato dei Militari): stop all’impiego del personale sanitario militare non in regola o Forze armate rischiano la paralisi delle attività istituzionali
Le Forze armate potrebbero rischiare la “paralisi” di tutte le attività istituzionali a causa dell’impiego di personale sanitario non in regola con gli obblighi previsti dalla legge. I vertici militari e politico della Difesa continuano a far finta di nulla.
Solo per citare un esempio dell’assurda e quanto mai pericolosa interpretazione che i vertici militari fanno degli obblighi imposti dalle leggi mi basta fare riferimento alla nota con cui l’Ispettorato di sanità della Marina Militare, lo scorso 29 aprile, ha stabilito che “il mancato adempimento” all’obbligo assicurativo per colpa grave degli esercenti le professioni sanitarie, previsto legge 8 marzo 2017, n. 24, “non integra il reato penale di esercizio abusivo della professione e, pertanto, non è incompatibile con l’impiego del personale regolarmente iscritto nell’ambito delle mansioni tipiche del ruolo di appartenenza”.
Ritengo che il comportamento della Forza armata possa rappresentare il disperato tentativo per evitare che gli infermieri e l’altro personale militare sanitario non in regola con gli obblighi imposti dalla legge 24/2017, ma anche eventualmente dalle leggi 43/2006 e 3/2018, inviati nelle RSA o nelle altre strutture sanitarie civili come supporto per l’emergenza Covid-19, possano essere rispediti al mittente in quanto non impiegabili.
Considerata l’importanza del rispetto degli obblighi previsti dalle leggi che disciplinano l’esercizio delle professioni sanitarie, a tutela dei porofessionisti e dei cittadini-pazienti fruitori delle loro competenze, è preoccupante il fatto che il Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, continui ad ignorarne le possibili e gravi conseguenze, civili e penali, che potrebbero coinvolgere direttamente i militari, col rischio di determinare la paralisi di tutte le attività istituzionali della Difesa.
Lettera Ispettorato di Sanità della Marina Militare