Cocer Carabinieri, Cosentino (Sindacato dei Militari) e Comellini (Pdm): all’interno c’è un mondo di mezzo che offende la parte sana dell’istituzione. Nistri sospenda delegati Cocer coinvolti a qualsiasi titolo nel processo a carico dell’ex Comandante Generale Del Sette, del generale Bacile e dell’ex delegato Cocer Pitzianti
“Quello che leggiamo in alcuni atti processuali sulle intercettazioni delle conversazioni intercorse tra alcuni membri della rappresentanza militare dei Carabinieri, ci fa sorgere il dubbio che, forse, un mondo di mezzo esista anche nell’Arma.” – Lo dichiarano Grazioso Cosentino (Segretario Generale Aggiunto del Sindacato dei Militari) e Luca Marco Comellini (Segretario politico del Pdm) in merito all’accoglimento della costituzione di parte civile del Partito per la tutela dei diritti dei militari (Pdm) nel processo in corso innanzi alla 2a Sezione Penale Collegiale del Tribunale di Roma processo a carico dell’ex Comandante Generale dell’Arma dei carabinieri, generale di Corpo d’Armata Tullio del Sette, del generale Antonio Bacile ex comandante della Legione Sardegna, dell’ex delegato Cobar e Cocer (organismi della rappresentanza militare) Gianni Pitzianti, tutti imputati per il reato di abuso d’ufficio ai danni del colonnello Giovanni Adamo, luogotenente Antonello D’ore e del capitano Francesco Giola- “E necessario – proseguono Cosentino e Comellini- salvaguardare l’onore e l’immagine dell’Arma dei carabinieri e il Comandante Generale, generale Nistri, nonostante non si sia costituito anche egli parte civile nel processo, ha il preciso dovere giuridico e morale di impedire che tutti i membri della rappresentanza militare, i cui nomi compaiono nelle intercettazioni, possano continuare a rappresentare i Carabinieri nei tavoli istituzionali e difronte all’opinione pubblica. Per questa ragione -insistono- l’attuale Comandante Generale dell’Arma, generale Giovanni Nistri, dovrebbe immediatamente sospendere dalle funzioni di delegato della rappresentanza militare tutti quei Carabinieri membri del Cocer, Coir e Cobar, attualmente in carica, i cui nomi compaiono negli atti processuali di cui discutiamo. Lo deve anche a tutti quei Carabinieri che in questi oltre 200 anni di storia dell’Arma hanno sacrificato la loro vita e versato il loro sangue nel compimento del dovere, per difendere le libere istituzioni e la democrazia da ogni forma di criminalità e di mafia.” -concludono Cosentino e Comellini.”