Cara Ministra Trenta la Difesa non è il bancomat delle industrie belliche. Prioritario assicurare adeguate risorse per rinnovi contrattuali personale militare
Finalmente la Ministra della difesa Elisabetta Trenta oggi ci ha chiarito che la Difesa, oltre ad essere la soluzione per risolvere tutti i disastri causati dagli amministratori locali, dalle “buche” alla “monnezza”, è anche il bancomat per aiutare le aziende dell’industria bellica in crisi.
Infatti, in modo assolutamente incoerente con la politica di riduzione e controllo della spesa degli armamenti, da sempre sbandierata dal M5S, ha assicurato il suo personale impegno, e quello della Difesa, sui programmi P1HH e il rinnovo della flotta di velivoli P180.
Ci sembra opportuno ricordare alla Ministra Trenta a che il personale militare, soprattutto quello dei ruoli non direttivi e non dirigenti, anche nel 2019, in assenza di un adeguato rinnovo del contratto di lavoro, dovrà continuare ad accontentarsi di pochi euro di aumento corrisposti come anticipo (c.d. vacanza contrattuale).
La prospettiva di una nuova elemosina si sposa perfettamente con la logica che in queste ore ha visto la pubblicazione del decreto ministeriale di attribuzione delle risorse del fondo per l’efficienza dei servizi istituzionali per l’anno 2018 che, come in passato, privilegia solo coloro che prestano servizio presso determinati enti centrali e di vertice o che hanno un profilo di carriera, ruolo o servizio che, stranamente, corrisponde a quello di taluni delegati del Cocer e Sindacocer tanto cari alla Ministra e ai vertici militari.
Cara Ministra, prima di regalare altri soldi pubblici alle industrie belliche si faccia un esame di coscienza perché se fino ad oggi l’abbiamo vista molto attiva solo sui social e prodica di provvedimenti rivolti più verso le esigenze del vertice delle forze armate (e dei loro amici) che della base alla quale però non ha fatto mancare pacche sulle spalle, selfie e panettoni, ora ci piacerebbe cominciare a leggere provvedimenti a sostegno alle richieste economiche della “truppa” alla quale tutti, come è ormai noto anche i sindaci sull’orlo di una crisi, sono sempre pronti a chiedere maggiori impegni e sacrifici che ultimamente vanno ben oltre i compiti istituzionali propri delle Forze armate.