Vannacci, Comellini e Saccotelli (Sindacato dei Militari): Le nostre ragioni riconosciute dal Gip militare, imputazione coatta è atto dovuto. Riccardo Saccotelli: mi costituirò parte civile
Apprendiamo da fonti di stampa che il Gip del Tribunale Militare di Roma ha disposto l’imputazione coatta del generale Roberto Vannacci in relazione alle affermazioni rivolte contro un militare in un passaggio del libro “il mondo al contrario” in cui aveva commentato il video già di dominio pubblico all’epoca della pubblicazione del libro, della celebrazione di un unione civile fra un appartenente all’arma dei CC ed altro uomo. Passaggio che secondo il Giudice militare – si legge nell’ordinanza dello scorso 2 luglio – “appare integrare il reato di diffamazione militare … nei confronti di persona di certa e chiara identità anche se non individuata per nome nel testo”.
A seguito della nostra denuncia dello scorso agosto 2023 siamo stati riconosciuti come persona offesa nel procedimento e quindi ora attenderemo la formulazione del capo di imputazione da parte del Pubblico Ministero e la fissazione della data del processo nel quale chiederemo di essere ammessi anche come parte civile. Il Sindacato dei Militari è rappresentato e difeso dall’avvocato Massimiliano Strampelli del Foro di Roma.
Riccardo Saccotelli, Presidente del Sindacato dei militari, Maresciallo ordinario dell’arma dei carabinieri in congedo assoluto per i gravissimi traumi riportati nel corso del tragico attentato alla base Maestrale in Nassiriya (IRAQ) il 12 novembre 2003, già lo scorso 8 maggio aveva pubblicamente dichiarato che “Le recenti dichiarazioni del generale Vannacci con cui esterna i suoi singolari criteri di normalità, appaiono estremamente gravi ove si consideri che colpiscono anche la comunità LGBT presente nelle Forze armate e nelle Forze di polizia. Comunità che è una realtà innegabile, in cui l’essere omosessuali non è mai stato un impedimento per chi, come me, porta sul suo corpo le cicatrici del servizio reso per difendere la Patria e affermare quei principi di democrazia e civiltà che permettono oggi a chiunque di poter manifestare liberamente il proprio pensiero nel rispetto dell’altro.”. Per questa ragione in una lettera indirizzata al Segretario Generale del Sindacato dei Militari ha manifestato l’intenzione di costituirsi personalmente parte civile nell’instaurando processo.