L’Operatore Logistico della Sanità non può essere impiegato in attività di assistenza sanitaria di base e diagnostica proprie delle figure sanitarie come i medici e gli infermieri
Ancora una volta siamo costretti denunciare pubblicamente come nell’ambito della Sanità Militare, dove sono in uso pubblicazioni/disposizioni/direttive/circolari sanitarie militari per le quali non è stata acquisita formale convalida od accreditamento da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), vengano ancora impiegati i cosiddetti “Operatore Logistico della Sanità” (OLS); personale militare senza alcuna formazione e privo di qualsivoglia titolo a svolgere importanti attività di assistenza sanitaria di base e diagnostica proprie delle figure sanitarie come i medici e gli infermieri.
Malgrado le Forze Armate in questo particolare momento stiano contribuendo come non mai per affrontare l’emergenza sanitaria su tutto il territorio nazionale, stanno, ancora una volta, dimostrando la grossa difficoltà ad adeguarsi alle norme che lo Stato si è dato per assicurare la salute dei cittadini e ciò rappresenta un concreto rischio per la salute dei pazienti o di nocumento sociale e morale qualora si tratti di attività svolte nell’ambito della selezione del personale o di verifica dell’idoneità a particolari mansioni.
La sopportazione del Sindacato dei Militari è oramai arrivata al suo limite. Le nostre numerose richieste di intervento avanzate agli organi istituzionali preposti al controllo della salute pubblica come l’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute, la Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche, sono tutte rimaste senza risposta o con comunicazioni elusive del problema. Tuttavia, in questo contesto non ci si soffermerà sulle mancanze delle istituzioni che la Repubblica ha messo a difesa della salute dei suoi cittadini; ci saranno tempi e modi per portare all’attenzione dell’opinione pubblica i ritardi e le mancate risposte dei loro rappresentanti ma il Sindacato dei Militari oggi vuole denunciare la grave noncuranza da parte dei vertici militari e del personale dirigente alle loro dipendenze delle basilari norme per assicurare ai cittadini con e senza le stellette un’assistenza sanitaria efficace e sicura.
In pratica i vertici militari hanno istituito una nuova figura di supporto sanitario non riconosciuta dal Ministero della Salute, non formata attraverso alcun percorso di studi, con attività e mansioni che non possono essere svolte nemmeno da una figura titolata e riconosciuta come gli Operatori Socio Sanitari, e quindi con la chiara configurazione di esercizio abusivo della professione sanitaria.
Le leggi che contemplano il riconoscimento e disciplinano le nuove professioni sanitarie su tutto il territorio nazionale (L 3/2018, art 6 e la legge 24/2017) che lo stesso Codice dell’Ordinamento Militare ha recepito prevedendo che l‘attività sanitaria debba essere consentita solo al personale in possesso dei titoli per l’esercizio delle professioni sanitarie e alle figure di supporto sanitario, riconosciute dal Ministero della salute (D. Lgs 66/2010, art 208) sono spesso e volentieri disattese finanche da parte dei vertici militari.
Questo Sindacato è venuto a conoscenza dello svolgimento di attività che potrebbero integrare il reato di abuso della professione da parte di OLS. Ci riferiamo, ad esempio, a quelli impiegati presso il Dipartimento di Medicina Legale di Roma (Cecchignola) dove sembra svolgano attività diagnostica come l’esecuzione di elettrocardiogrammi a favore di utenti militari affetti da patologie anche importanti e in attesa di provvedimenti medico legali, oppure, ancora, a quelli in servizio presso i Centri di Selezione dell’Esercito dove effettuerebbero esami bioimpedenziometrici, test di forza e finanche esami audiometrici per i partecipanti ai concorsi banditi dalla Forza Armata.
C’è stato segnalato anche l’impiego degli OLS in attività di assistenza di base, esecuzione di esami diagnostici e assistenza specialistica come la preparazione della terapia per i degenti degli ospedali militari e degli ospedali da campo allestiti per l’emergenza da coronavirus; assistenza di base e assistenza in emergenza nelle caserme su tutto il territorio nazionale; assistenza di base e specialistica nei role 1 e 2 nei teatri operativi. Tutto ciò è inaccettabile.
Quello che interessa al Sindacato dei Militari è, chiaramente, salvaguardare la salute dei cittadini militari e civili che si sottopongono alle cure e all’assistenza dell’organizzazione sanitaria delle Forze Armate e, non meno importante, tutelare l’integrità sia del personale OLS che del personale militare che consapevolmente o inconsapevolmente lo impiega, non potendosi escludere che questi potrebbero essere chiamati a rispondere del proprio operato nelle sedi penali e civili noncurante dei gravi rischi che un’attività assistenziale apparentemente di base comporta.
È importante ricordare che la responsabilità penale è soggettiva, cioè che l’OLS risponde personalmente e penalmente delle proprie attività. Non basta una circolare, come ha fatto la Forza Armata, a definire che per la sua attività ne risponde l’infermiere o il medico che lo impiega. Se il personale OLS esercita abusivamente la professione sanitaria in quanto privo dell’abilitazione dello Stato anche il datore di lavoro e i sanitari che lo impiegano sono passibili di conseguenze penali in quanto anche determinare altri a commettere il reato ovvero dirigere l’attività delle persone che sono concorse nel reato è esso stesso un reato. Per non parlare dell’aggravante in caso di lesioni personali colpose.
Per tutte queste ragioni abbiamo invitato le autorità giudiziarie e gli Ordini professionali a intervenire immediatamente, ciascuno per le proprie competenze, affinché sia immediatamente garantito il più scrupoloso rispetto delle norme che regolano le attività sanitarie a prescindere se queste siano svolte da personale militare o civile.
Lo dichiara Luca Marco Comellini , Segretario Generale del Sindacato dei Militari