L’atteso ddl dei M5S sulla sindacalizzazione dei militari è come una minestra riscaldata. No a una nuova rappresentanza militare mascherata da sindacato
La parlamentare pentastellata Emanuela Corda oggi ha annunciato che presto la sua proposta di legge sui sindacati dei militari inizierà l’iter parlamentare. La montagna ha partorito il topolino.
Il disegno di legge della capogruppo in Commissione Difesa della Camera dei deputati è solo una minestra riscaldata e malmischiata con una precedente analoga che la stessa parlamentare presentò nella scorsa legislatura. Un testo oscuro e disarticolato che mette in luce la voglia dei M5S di dare al personale militare un simulacro di sindacalizzazione, più orientato alla gestione di taluni servizi e business, edilizia residenziale, fondi integrativi, circoli e mense, piuttosto che verso i reali diritti professionali giuridici ed economici.
Il testo inoltre si pone di traverso rispetto alla recente circolare della Ministra Elisabetta Trenta e all’ordine imperativo impartito dai generali riguardo all’atto di assenso ministeriale. Infatti all’articolo 10, comma 1, l’assenso della Ministra verrebbe dopo , e non prima, della costituzione formale delle organizzazioni sindacali come , invece, la stessa Trenta ha inposto in questi mesi.
Così mentre la grillina Corda cerca di raccogliere i “like” sul social Facebook per dare forza alla sua proposta di legge, la Ministra Trenta oggi ha emanato una nuova versione del diktat dei suoi generali che se da un lato insiste nel prevedere l’atto di assenso come elemento indispensabile e preventivo alla costituzione delle associazione sindacali di categoria dall’altro ignora il recente parere del Consiglio di Stato nella misura in cui questo si pone come ostacolo allo svolgimento dell’attività sindacale da parte dei delegati del Cocer in carica che hanno promosso e chiesto l’assenso ministeriale per poter costituire le loro associazioni sindacali.
La proposta della Corda e i diktat della Trenta hanno un solo punto in comune: una pervicace volontà di escludere dalla vita sindacale il personale militare in congedo. Ciò appare inaccettabile nel momento in cui, fin dal 2013, il personale in congedo dei ruoli della polizia di stato può legittimamente svolgere e assumere cariche direttive all’interno dei sindacati del personale del Corpo. Se tale stortura non verrà corretta si creerebbe una evidente disparità di trattamento.
Concludendo, nell’auspicare che il legislatore decida di estendere anche al personale militare le chiare e semplici regole sindacali in vigore per il personale della Polizia di Stato, vogliamo ringraziare il Ministro delle infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, che lo scorso 10 gennaio, attraverso il suo ufficio di Gabinetto, ha voluto informare tutto il personale militare alle sue dipendenze, compreso il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardiacostiera, dell’avvenuta costituzione del Sindacato dei Militari con la contestuale trasmissione dello Statuto e l’Atto costitutivo. Questa inportante manifestazione di democrazia compiuta è avvenuta mentre la sua collega Trenta esultava per aver affermato, con la firma del suo primo atto di assenso per una costituenda associazione di carabinieri, la potestà del datore di lavoro sul sindacato.
Alla luce della comunicazione del Ministro Toninelli nella giornata odierna una delegazione del Sindacato dei Militari è stata ricevuta dai rappresentanti del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardiacostiera.