I cappellani militari scoprono la loro vocazione sindacale. Comellini a Marciano’: “li accoglieremo come fratelli”
Dopo la pubblicazione della Sentenza con cui la Corte costituzionale ha cancellato il divieto per i militari di poter costituire e aderire ad associazioni sindacali di categoria anche i cappellani militari hanno scoperto la loro vocazione sindacale.
I preti-soldato potranno iscriversi al Sindacato dei Militari perché il loro stato giuridico è costituito dallo stato di sacerdoti cattolici e dal complesso dei doveri e diritti inerenti al grado gerarchico. Tuttavia, come prescrive l’art. 287, comma 2, del Codice di Diritto Canonico, i cappellani non potranno assumere incarichi dirigenziali, “a meno che, a giudizio dell’autorità ecclesiastica competente, non lo richiedano la difesa dei diritti della Chiesa o la promozione del bene comune”
Anche se da anni chiediamo ai vertici dei cappellani militari di rinunciare ai gradi e gli alti stipendi da ufficiale, il cui peso per la collettività nel 2019 sarà di oltre 9,4 milioni di euro, siamo certi che l’Ordinario militare, generale di corpo d’armata Mons. Santo Marcianò, il suo vice, Vicario generale don Angelo Frigerio, e tutti i cappellani militari, sapranno cogliere con entusiasmo la possibilità di iscriversi alla nostra Organizzazione Sindacale per essere parte integrante dello storico cambiamento che il personale delle forze armate sta vivendo in questi mesi e vivrà nei prossimi anni a venire.
Ai cappellani militari che hanno già chiesto informazioni sulle modalità di adesione al Sindacato dei Militari diciamo che, se lo vorranno, li accoglieremo a braccia aperte, come fratelli, perché siamo certi che la loro esperienza e il loro contributo, da semplici militari, spogliati del peso dei gradi da ufficiale, saranno determinanti per l’affermazione del diritto, dei diritti e la promozione del bene comune tra i militari di tutte le forze armate.
(fonte foto: www.guardiacostiera.gov.it)