Forestale, diritti sindacali, Sindacato dei Militari: la CEDU ha certificato il fallimento della classe politica italiana
La soppressione del Corpo forestale dello Stato attraverso la deportazione della maggior parte del personale nell’Arma dei carabinieri e quindi la forzata militarizzazione di circa 7000 uomini e donne è stato forse il più duro colpo che la classe politica italiana ha inferto ai diritti dei lavoratori nel corso di tutta la storia della Repubblica.
Finalmente la prima sezione della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) nell’invitare il Governo italiano a tentare una regolamentazione amichevole con alcuni ex appartenenti del Corpo forestale dello Stato che hanno impugnato la soppressione del Corpo forestale dello Stato e il suo assorbimento nell’Arma dei carabinieri, lamentando il coattivo passaggio da una polizia civile a una polizia militare e la perdita di molti diritti, tra cui quello di sciopero e quello della libera associazione sindacale, protetti dall’articolo 11 della Convenzione Europea, ha di fatto certificato il fallimento della classe politica e l’ha chiamata ad assumersi la responsabilità di quella riforma che fin dai suoi primi passi in Parlamento solo in pochi avemmo il coraggio di definire “scellerata”.
Il Governo si assuma la responsabilità di quel terribile errore, chieda scusa agli italiani e provveda, senza se e senza ma, a ripristinare al più presto il Corpo forestale dello Stato e i pieni diritti sindacali per tutti i lavoratori militari.