Difesa, uranio, Comellini: da “tavolo tecnico” nessuna garanzia di terzietà. Parlamento e Governo avviino immediatamente iter legge Scanu
Abbiamo appreso, con non poco sgomento, che i componenti dell’osannato “tavolo tecnico” sull’uranio impoverito, sbandierato ai quattro venti dalla Ministra della difesa, Elisabetta Trenta, sono tutti dipendenti del ministero della difesa o a questo legati da rapporto di impiego o di rappresentanza negli affari legali.
Questo fatto non può non sollevare immediati interrogativi sulla terzietà del tavolo che peraltro è stato presieduto dal Direttore Generale della Sanità militare, maggior generale Nicola Carmine Maria Sebastiani.
A nostro avviso l’azione della Trenta non garantisce in alcun modo l’auspicata inversione di rotta rispetto a quanto è emerso dalla relazione conclusiva dell’indagine svolta dall’ultima Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio presieduta dall’on. Gian Piero Scanu.
Siamo fermamente convinti che non vi sia alcuna necessità di presentare una nuova proposta di legge, che peraltro non servirebbe a nessuno se non a coloro che vorrebbero continuare a negare l’esistenza della correlazione tra l’insorgenza di patologie che a vario titolo hanno colpito e continuano a colpire i nostri militari e l’esposizione a fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, nel corso dell’attività di servizio svolto sia in patria che all’estero.
Per questo motivo invitiamo il Parlamento e il Governo a farsi parti diligenti e avviare, senza ulteriori indugi, l’iter parlamentare della proposta di legge recante “Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e altre disposizioni concernenti la sicurezza sul lavoro e la tutela assicurativa contro gli infortuni e le malattie professionali del personale delle Forze armate” il cui testo attende di essere approvato fin dal 23 giugno 2016.
La proposta di legge 3925 della XVII Legislatura, d’iniziativa dell’on. Scanu, da troppo tempo attesa dai militari e da tutti coloro che nel corso delle numerose audizioni svolte dalla Commissione di inchiesta hanno chiesto al legislatore di sottrarre il giudizio sulle loro cause di servizio dal vaglio della giurisdizione domestica, reca le firme di numerosi parlamentari del M5S ancora in carica, tra le quali spiccano quelle del vicepremier e capo politico dei pentastellati Luigi Di Maio, della Ministra della Salute Giulia Grillo e del presidente della IV Commissione Difesa della Camera dei deputati, Gianluca Rizzo.
Se la coerenza ha un senso, e alle parole si vogliono far seguire i fatti, allora domani mattina iI vicepremier e i parlamentari pentastellati dovranno presentare, a loro firma, la proposta di legge Scanu.
Diversamente sarà chiaro che i militari, dagli esponenti pentastellati del sedicente Governo del cambiamento, non dovranno e non potranno aspettarsi null’altro che i soliti selfie, annunci, balletti e panettoni.
Se sarà così, il Sindacato dei Militari si farà immediatamente carico di presentare una Petizione ai Presidenti della Camera e del Senato per sottoporre al vaglio del Parlamento la medesima proposta di legge a prima firma Scanu che oggi rappresenta quella svolta tanto attesa verso la legalità.