Difesa, Green Pass, Comellini (Sindacato dei Militari): avviata illegale schedatura dei “No Green Pass”. Annotazione assenza ingiustificata sul foglio matricolare è un pericoloso segnale per i diritti civili e la democrazia. Garante privacy e Presidente Mattarella intervengano
Con una nota dello scorso 14 ottobre il Ministero della Difesa – Direzione Generale del Personale Militare, a firma del vice Direttore Generale, Brig. Gen. C.C.r.n. Massimo CROCE, ha disposto che “L’assenza ingiustificata è oggetto di apposita annotazione matricolare mediante la seguente dicitura “assente ingiustificato dal servizio, ai sensi dell’art. 9-quinquies al Decreto-Legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito con modificazioni dalla Legge 17 giugno 2021, n. 87”, indicando il periodo di inizio e termine.” (punto 2, lett. e.).
L’annotazione disposta in tali termini equivale a una illegale schedatura permanente del personale sprovvisto del famigerato Green Pass, atteso che i documenti matricolari raccolgono tutte le informazioni riguardanti il dipendente dalla data dell’arruolamento alla data del congedo e seguono lo stesso in ogni suo trasferimento di sede.
Stravolgere il senso delle norme, prevaricare i diritti dei lavoratori, sono gli allarmanti segnali che ci fanno temere l’avvio delle istituzioni democratiche verso una pericolosa deriva negazionista e autoritaria. L’avversione e il pregiudizio che i vertici militari e buona parte delle istituzioni parlamentari stanno dimostrando nei confronti dei diritti tutelati dalla Costituzione e delle libere scelte esercitate dai cittadini in tema di cure mediche è ormai fin troppo evidente e non è più tollerabile in uno stato di diritto.
L’evidente e pericolosa violazione delle disposizioni in materia di privacy messa in atto dalla Direzione Generale per il Personale Militare non può e non deve rimanere impunita. Per tale motivo ho dato ampio mandato agli avvocati Alessandra Guarini del Foro di Biella, Piero Santantonio del Foro di Forli-Cesena e Giulio Murano del Foro di Roma, per interessare le competenti Autorità Giudiziarie e lo stesso Garante per la protezione dei dati personali in merito alla sussistenza di ipotesi di reato configurabili nella citata disposizione.
Rivolgo quindi un appello alle Autorità Giudiziarie e al Garante per la protezione dei dati personali affinché intervengano con la massima urgenza consentita per fermare questa ennesima violazione dei diritti dei lavoratori militari e, allo stesso tempo, mi rivolgo anche al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in quanto garante della Costituzione e Capo delle Forze armate, affinché intervenga per evitare che la situazione degeneri e, finalmente, prenda una chiara posizione in difesa dei diritti di cui innegabilmente sono titolari anche i cittadini lavoratori militari che liberamente hanno deciso di non sottoporsi a un trattamento sanitario non obbligatorio.