Difesa, Comellini (Sindacato dei Militari): personale senza green pass fu costretto a consumare pasti in luoghi sprovvisti di DVR/DUVRI. Denunciate omissioni e violazioni.
Questa O.S., al fine di tutelare gli interessi dei propri iscritti e del personale militare più in generale, a seguito dell’entrata in vigore dei provvedimenti di divieto di accesso ai locali delle mense di servizio delle caserme, degli aeroporti e delle basi navali delle forze armate, riguardanti il personale militare sprovvisto del c.d. “green pass”, adottati dai comandi militari a decorrere dal 6 agosto e fino al 14 ottobre 2021, in attuazione delle disposizioni governative per il contrasto e la prevenzione della diffusione del Covid-19, ha ritenuto di dover esercitare il diritto di accesso civico generalizzato (art. 5, comma 2, d.lgs. n. 33/2013) nei confronti di alcuni reparti dell’Amministrazione Militare e dell’Arma dei Carabinieri per acquisire copia dei “DUVRI/DVR di cui all’art. 26, comma 3, del decreto legislativo n. 81/2008, relativi ai luoghi riservati alla consumazione del pasto di servizio per il solo personale militare sprovvisto di c.d. “green pass”.
Al termine dei procedimenti di accesso civico, lo scorso 5 maggio, abbiamo ritenuto di dover segnalare gli esiti di quelli effettuati presso la Brigata Alpina “Julia”, il 184° Battaglione Sost. TLC “Cansiglio” e il Reparto Sperimentale e di Standardizzazione Tiro Aereo, alle competenti autorità giudiziarie al fine di accertare l’eventuale esistenza di comportamenti omissivi e/o di violazioni delle norme del decreto legislativo n. 81/2008.
Le attuali disposizioni in materia di accesso civico ci hanno consentito di esercitarela nostra azione di vigilanza verso un limitato numero di caserme e per tale ragione, affinché sia verificata la corretta attuazione delle norme in materia di valutazione e prevenzione dei rischi di cui al citato decreto legislativo 81/2008, chiediamo alle autorità giudiziarie di valutare di estendere le indagini anche verso tutti gli altri enti delle forze armate dove i militari sprovvisti del green pass furono costretti a consumare il pasto di servizio in aree a loro dedicate e situate esternamente ai locali della mensa.