DIFESA, COCER, COMELLINI (SINDACATO DEI MILITARI): IRREGOLARITA’ E OMISSIONI. CROSETTO NON RISPONDE, PRESENTATA NUOVA DENUNCIA ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA.
E’ stata depositata ieri presso la Procura della Repubblica di Novara una nuova denuncia sulle irregolarità e le omissioni che da tempo stanno caratterizzando la composizione e quindi l’attività del Consiglio Centrale della Rappresentanza Militare (Cocer) delle forze armate.
La denuncia inviata all’Autorità giudiziaria dall’avvocato Piero Santantonio del Foro di Forlì-Cesena riguarda essenzialmente la mancata adozione degli atti espressamente previsti dall’ordinamento militare con i quali si sarebbe dovuta determinare la decadenza dall’incarico di membro del Cocer di un appartenente all’Esercito posto in congedo e la nomina del suo sostituto.
Riguardo a questo specifico fatto e ad altri analoghi che coinvolgono altri membri del Cocer dell’Aeronautica e della Marina, già sottoposti all’attenzione delle Procure competenti, abbiamo invano tentato di sollecitare l’intervento del Ministro della difesa, Guido Crosetto. Ciò anche alla luce dei rilevanti costi, oltre 4,7 milioni di euro, che dal luglio del 2018 ad oggi i contribuenti sono stati costretti a pagare per consentire ai 63 militari che compongono l’organismo rappresentativo di continuare a riunirsi nonostante la contemporanea coesistenza di numerose associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, nate per effetto della Sentenza 120/2018 della Corte costituzionale ma rese fin da subito inutili, prima con fantasiose circolari ministeriali e poi con la legge 46/22 che, invece, avrebbe dovuto sancire il pieno godimento dei diritti sindacali ai militari.
Comprendiamo perfettamente il fatto che per alcuni componenti del Cocer oggi sia molto difficile dover accettare il cambiamento e lo stile di vita che inevitabilmente comporta il collocamento in congedo, soprattutto dopo aver passato la maggior parte della vita lavorativa sulle comode e sicure poltrone della sala riunione del Consiglio o nei corridoi dei palazzi, spesso con la sola preoccupazione di dover scegliere quale opportunità o gratificazione cogliere tra le molte che l’incarico sa offrire.
Per fortuna, però, esistono delle norme di legge e di regolamento che impongono la decadenza dall’incarico nel Cocer di ogni militare al momento della sua cessazione dal servizio e il collocamento in congedo e non possono essere ignorate per ragioni di mera convenienza né dai membri del Cocer né dai loro diretti superiori.
Per questo motivo, ancorché avremmo voluto evitare di dover presentare l’ennesima denuncia, difronte all’arroganza e ai silenzi istituzionali opposti alle nostre richieste di legalità non abbiamo potuto far altro che rivolgerci all’autorità giudiziaria.