In queste ore, nell’ambito delle misure di intervento per l’emergenza coronavirus, l’Esercito sta approntando un ospedale campale nei pressi dell’ospedale “SS. Annunziata” di Cosenza, dove è previsto l’impiego di numerosi medici militari, infermieri e Operatori Logistici di Sanità (OLS).
Nel corso della prima fase dell’emergenza Covid-19, i vertici delle forze armate e della Sanità militare, durante le operazioni di supporto al SSN, hanno impiegato presso alcuni ospedali e RSA personale militare, infermieri e OLS, non in possesso dei titoli previsti dalla legge per l’esercizio della professione sanitaria.
Per questo motivo il Sindacato dei Militari vuole richiamare l’attenzione del Commissario alla Sanità della regione Calabria, dott. Guido Longo, affinché compia ogni possibile azione per evitare che si verifichino altri casi di utilizzo di personale militare sprovvisto dei titoli previsti dalla legge, in violazione delle norme, anche di carattere penale, che regolano la materia.
In particolare, vogliamo ricordare al neo Commissario Longo che la figura degli “Operatori Logistici di Sanità” non è assolutamente assimilabile a quella degli “Operatori Socio Sanitari” (OSS) e che pertanto detto personale, qualora impiegato per prestare l’assistenza sanitaria di base ai cittadini, potrebbe incorrere nel reato previsto e punito dall’articolo 348 c.p., atteso che gli OLS non sono abilitati a svolgere le attività previste per le professioni sanitarie.