Comparto Difesa/Sicurezza/Soccorso, obbligo vaccinale, Comellini (Sindacato dei Militari): è un vile ricatto di Stato da combattere con ogni mezzo di lotta giudiziaria e civile.
L’obbligo vaccinale imposto dal governo dei migliori solo per alcune categorie di lavoratori, tra cui quelli del Comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso Pubblico, è inutile e rappresenta solo il peggiore dei ricatti dopo quello attuato con il green pass. Ricattare i migliori servitori dello Stato, “o ti vaccini o ti tolgo lo stipendio”, colpirne gli interessi economici e quindi impedirne finanche la sopravvivenza alimentare, dimostra oltre ogni dubbio la vera natura del governo dei peggiori che con questo atto non ha più nulla da invidiare dei regimi del secolo scorso.
Siamo giunti al punto di ritenere inutile anche rivolgere un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché a lui ci eravamo già rivolti con fiducia e speranza lo scorso mese di agosto quando i militari e poliziotti, colpevoli solo di aver liberamente scelto di esercitare il diritto di non vaccinarsi, furono sbattuti fuori dalle mense e immortalati a consumare il pasto di servizio seduti per terra o sul marciapiede come dei reietti. Quella fiducia e speranza furono malriposte perché, ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta capace di rimediare l’offesa subita da quei servitori dello Stato. Presidente Mattarella noi non dimentichiamo quelle vergognose immagini.
Per questo motivo oggi non ci resta che fare appello a tutti coloro che ancora credono nelle libertà e nei diritti sanciti dalla nostra Costituzione, alle migliaia di servitori dello Stato, le donne e uomini in uniforme e le loro famiglie che verranno colpite dal vile ricatto ordito dal governo dei migliori.
Militari e Poliziotti, Vigili del fuoco, resistete! Organizzatevi per mettere in campo ogni possibile azione civile e giudiziaria di lotta collettiva, anche nella, e non unica, considerazione che la sospensione dal servizio con il contestuale mantenimento del rapporto di lavoro non può escludere, di per sé, il pagamento dello stipendio nella misura non inferiore almeno al c.d. “assegno alimentare”, tutelato in varie forme da molteplici norme di rango costituzionale che non devono e non possono recedere difronte all’ennesimo vile e premeditato attacco alla Costituzione e ai diritti civili di cui sono ancora titolari tutti i lavoratori e tutti cittadini.
Per questa e per altre ragioni abbiamo deciso di sostenere ogni eventuale azione collettiva mettendo a disposizione di tutti coloro che lo vorranno i nostri consulenti legali.