Comellini, Cosentino (Sindacato dei Militari): sul caso acque di bordo della Nave Zeffiro non vi fu diffamazione né procurato allarme. Il Pubblico Ministero Carlo Villani chiede l’archiviazione della querela del Capo di stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Girardelli
Lo scorso 30 luglio 2018 il Capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio Valter Girardelli, ritenne di dover querelare il Sig Luca Marco Comellini, già Segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari, oggi Segretario Generale del Sindacato dei Militari, ipotizzando a suo carico i reati di diffamazione e procurato allarme in relazione all’appello che lo stesso rivolse il 7 maggio 2018 al personale degli equipaggi delle navi militari e in particolare a quello della Zeffiro (https://www.partitodirittimilitari.it/?p=455).
La notizia della querela l’aveva data lo stesso Comellini tramite un video pubblicato il successivo 11 agosto sul social Facebook .
Lo scorso 24 luglio, dopo quasi un anno di indagini, il Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Roma, dott. Carlo Villani, ha ritenuto insussistenti i reati ipotizzati dall’ammiraglio Girardelli ed ha quindi chiesto al Giudice per le indagini preliminari di archiviare il procedimento penale a carico di Comellini.
Nel fascicolo delle indagini svolte dalla Procura di Roma sono presenti numerosi documenti relativi alle analisi di conformità delle acque destinate all’uso umano a bordo della Nave Zeffiro, effettuate nel periodo di tempo compreso tra il gennaio del 2016 e tutto il 2018 dal laboratorio analisi dell’Ospedale Militare di Taranto e da alcuni laboratori esterni alla pubblica amministrazione.
Da tali documenti, forniti agli inquirenti direttamente dalla Forza armata, emerge chiaramente la correttezza delle affermazioni di Comellini. Inoltre, da altri atti della medesima indagine, emerge che l’ammiraglio Girardelli si oppose alla richiesta avanzata dagli inquirenti di ritirare la querela proposta a carico di Comellini.
È evidente che tali elementi di indagine, unitamente alla rilevata correttezza delle espressioni utilizzate dal Segretario Comellini nel comunicato oggetto della querela, hanno indotto il Pubblico Ministero a chiedere al Giudice per le indagini preliminari di voler disporre l’archiviazione.
In attesa che la vicenda si concluda definitivamente Comellini ha dato mandato al legale del Sindacato dei Militari, avvocato Giulio Murano del foro di Roma, per procedere in tutte le sedi che riterrà opportune nei confronti del già capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio Valter Girardelli, nonché di chiunque altro verrà ritenuto responsabile della evidente lesione dell’immagine del nostro Segretario Generale e di quella delle Organizzazioni che rappresenta.
Ciò che più ci ha rammaricato in questa vicenda è che sulla questione delle acque destinate all’uso umano a bordo delle navi della Marina Militare i vertici militari e i ministri della difesa hanno sempre sostenuto la correttezza delle loro azioni fino ad affermare, in ogni occasione, che la salute del personale militare è sempre stata una delle loro priorità.
Adesso, alla luce delle motivazioni su cui si fonda la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero qualcuno dovrà chiedere scusa a Comellini ma ancora prima dovrà chiedere scusa a tutti gli uomini e le donne imbarcati sulla nave Zeffiro e su tutte le altre navi della Marina Militare e in particolare al Capo di prima classe Emiliano Boi, l’infermiere che fin dal 2011, con le sue ripetute e inascoltate segnalazioni, ha sempre cercato di stimolare la sua Forza armata che, invece di adottare provvedimenti e metodi di analisi in linea con le disposizioni già vigenti dal 2001, ha preferito mandarlo davanti ai Giudici del Tribunale militare che, in appello, lo hanno assolto con formula piena.
Ci auguriamo che l’attuale vertice della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, vorrà cogliere la notizia della richiesta di archiviazione della querela a carico di Comellini come una opportunità per invertire la rotta rispetto al passato e quindi iniziare a dare concretezza al quel “#NULLADANASCONDERE” che la Marina Militare ha impropriamente utilizzato sotto il comando del suo predecessore.
Infine, all’ammiraglio Cavo Dragone, vogliamo ricordare che il Sindacato dei Militari, contrariamente a quanto ne possano dire alcuni ammiragli e generali, è nato per difendere i diritti dei militari ma ancora prima per assicurare il buon andamento dell’amministrazione militare attraverso una corretta e doverosa azione di controllo sul più puntuale rispetto delle leggi, sia da parte dell’amministrato che dal datore di lavoro.
Lo dichiara Grazioso Salvatore Cosentino, Segretario Generale Aggiunto del Sindacato dei Militari, a nome di tutti i componenti della Segreteria Nazionale.