BRUNETTA, RINNOVO CONTRATTO LAVORO, SINDACATO DEI MILITARI: NOSTRA ESCLUSIONE E’ GRAVE ATTO DI ARROGANZA E DISCRIMINAZIONE
Per quanto riguarda i diritti e le aspettative economiche e previdenziali dei militari il Governo continua a sfuggire al confronto preferendo incontrare solo il Cocer che, come è noto, non ha alcun potere di contrattazione né la forza per disobbedire agli ordini dei vertici militari.
Il prossimo 28 aprile alle ore 10 riprenderanno i lavori per la definizione degli accordi contrattuali per il triennio 2019-2021 per il personale dei Comparti Sicurezza e Difesa ma ancora una volta le organizzazioni sindacali dei militari non gradite sono state escluse.
Dal ministro Renato Brunetta ci saremmo aspettati quantomeno una risposta alla nostra richiesta di partecipazione, inviatagli lo scorso 12 marzo. Purtroppo dobbiamo constatare che rispetto al comportamento dei suoi predecessori nulla è cambiato sul piano dei rapporti con le organizzazioni sindacali dei militari.
Il ministro continua ad ignorarci nonostante la chiarissima Sentenza 120/18 che i Giudici costituzionali hanno pronunciato tre anni fa stabilendo che “per non rinviare il riconoscimento del diritto di associazione, nonché l’adeguamento agli obblighi convenzionali, questa Corte ritiene che, in attesa dell’intervento del legislatore, il vuoto normativo possa essere colmato con la disciplina dettata per i diversi organismi della rappresentanza militare”.
Forse il Ministro non ha ben compreso ciò che invece è chiarissimo. Cioè che nelle more dell’intervento del legislatore, le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di garantire alle organizzazioni sindacali per il personale militare lo svolgimento delle medesime attività previste per i Consigli della Rappresentanza militare, quindi anche la partecipazione alle procedure negoziali per il rinnovo del contratto di lavoro per il triennio 2019-2021.
La situazione che ci vede emarginati come fossimo dei reietti, è aggravata dal fatto che a causa della sciatteria e della palese compiacenza dei vertici militari e del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, anche in questa occasione solo le associazioni sindacali che vedono tra i loro dirigenti e rappresentanti legali taluni membri del Cocer parteciperanno ai lavori contrattuali.
Il Ministro continuando sulla strada dei suoi predecessori sta dimostrando di non aver perso quell’arroganza che nel maggio del 2009 lo portò a etichettare “panzoni” i poliziotti impiegati negli uffici scatenando la protesta dei sindacati di polizia.
Sarebbe opportuno un rapido cambio di passo. Il Ministro ha tempo fino al 27 aprile per evitare di essere citato davanti al giudice del lavoro per comportamento antisindacale e discriminatorio.