Policlinico Militare di Roma: inaccettabile l’impiego di personale sanitario privo dei requisiti di legge. Intervenga la Procura di Roma

Presso il Policlinico militare di Roma sono impiegati militari che esercitano la professione sanitaria senza essere in possesso dei requisiti previsti dalla legge. È la sconcertante notizia che si legge in una nota firmata lo scorso 8 aprile dal Direttore del Policlinico, generale di divisione Francesco Diella.

Sono passati oltre due mesi da quando il Sindacato dei Militari ha formalmente invitato la Ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ad intervenire per verificare e porre immediato rimedio al fenomeno dell’esercizio abusivo delle professioni sanitarie nell’ambito delle strutture della Difesa ma la situazione non sembra essere cambiata.

A parte una presa di coscienza da parte dei vertici militari di un problema non nuovo e che, comunque, già conoscevano fin dall’entrata in vigore della legge 43/2006, fino ad oggi abbiamo visto solo l’avvio di un censimento volto a quantificare il numero dei militari delle professioni saitarie che non sono iscritti al relativo Albo professionale come invece prevede la legge 3/2018, in vigore da più di un anno.

La legge c.d. “Lorenzin”, nel riformulare l’articolo 348 cp (esercizio abusivo di una professione), ha inasprito le pene prevedendo la condanna fino a 5 anni di reclusione anche per chi determina altri a commettere il reato.

Incredibilmente la Ministra Trenta continua a tacere mentre il Direttore del Policlinico militare di Roma, con la nota M_D E 13985 REG2019 0016726, lo scorso 8 aprile ha ammesso, nero su bianco, che il personale militare che opera presso la struttura che dirige “non possiede in maniera omogenea i requisiti” previsti dalla legge.

Praticamente ha pacificamente ammesso che presso il Policlinico ci sono dei militari che esercitano abusivamente la professione sanitaria e questo è un fatto sconcertante che dovrebbe spingere la Procura di Roma ad intervenire con la massima urgenza.

Il problema, già grave, rischia di aggravarsi ancora di più se pensiamo che oltre ai possibili risvolti penali, in relazione alla violazione dell’articolo 348 cp, potrebbe avere effetti anche sulla validità legale di tutte le indagini di semeiotica strumentale e degli esami eseguiti, ad esempio, presso l’Istituto di Medicina Aerospaziale dell’Aeronautica Militare (IMAS) per il rilascio dei certificati per il conseguimento, il rinnovo, la rivalidazione dell’idoneità psicofisica del personale aeronavigante (piloti, navigatori, equipaggi di volo, assistenti) non solo dell’Aeronautica Militare ma anche di altre forze armate e delle forze di polizia, nonché dei piloti e degli assistenti di volo dell’Aviazione Civile.