Il Sindacato dei Militari è parte offesa nel procedimento penale che vede indagato il generale Fabio Majoli, Comandante della Brigata Alpina “Julia”

“Ho appreso che a seguito della denuncia da me presentata lo scorso mese di maggio il generale Fabio Majoli, comandante della Brigata Alpina “Julia”, è indagato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Udine per l’ipotesi di reato di rifiuto o omissione di atti d’ufficio, art. 328 c.p.” Lo rende noto Luca Marco Comellini Segretario Generale del Sindacato dei Militari.

La vicenda trae origine dalle conseguenze delle assurde decisioni adottate dal Governo Draghi per fronteggiare la diffusione del Covid-19. Infatti, nell’agosto del 2021, il ministero dell’Interno e della Difesa emanarono delle disposizioni volte a vietare ai poliziotti e ai militari sprovvisti del green pass l’accesso nei locali delle mense di servizio che, per questo motivo, furono costretti a consumare i pasti all’aperto in aree esterne o in prossimità delle stesse mense; alcuni furono relegati in spazi recintati e nascosti con teli mimetici.

La questione approdò all’onore delle cronache quando un quotidiano nazionale pubblicò le foto che ritraevano alcuni poliziotti intenti a consumare il pasto di servizio seduti sul bordo di un muretto o di un marciapiede.

Difronte alle numerose segnalazioni pervenute al Sindacato dei Militari, tra le quali una riguardante proprio il Comando Brigata Alpina “Julia”, ho ritenuto che le soluzioni adottate, oltre a ledere irrimediabilmente la dignità dei militari senza green pass attuando una inaccettabile discriminazione sul posto di lavoro, fossero comunque meritevoli di una attenta valutazione da parte delle A.G. competenti in ordine alle possibili violazioni delle rigorose prescrizioni in tema di sicurezza dei luoghi di lavoro e della tutela della salute dei lavoratori.

Per tale motivo, al fine di tutelare i diritti e la salute dei nostri iscritti e comunque di tutti i militari colpiti dal divieto di accesso ai locali delle mense militari di servizio, il Sindacato dei Militari ha ritenuto fosse necessario avviare ogni possibile azione per verificare l’esistenza della prescritta valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori e la conseguente elaborazione da parte dei datori di lavoro interessati del documenti previsti dagli articoli 26 e 28 del decreto legislativo 81/2008.

Nel caso riguardante la Brigata Alpina “Julia”, come in altri poi parimenti segnalati all’autorità Giudiziaria competente, feci una richiesta di accesso civico generalizzato volta ad acquisire copia del Documento di valutazione rischi (DVR/DUVRI) relativo all’area per la consumazione del pasto di servizio riservata al personale sprovvisto di green pass. A conclusione del procedimento di accesso il Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza del Ministero della difesa decretò l’accoglimento della mia domanda d’accesso e conseguentemente ordinò al Comandante dell’ente interessato l’esibizione degli atti richiesti.

Inaspettatamente, contrariamente alla disposizione impartita dal Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza del Ministero della difesa, il generale Fabio Majoli, Comandante della Brigata Alpina “Julia”, senza consegnarmi gli atti richiesti mi comunicò che “… relativamente all’area destinata alla consumazione del pasto di servizio per il personale sprovvisto di green pass, non è stata redatta alcuna appendice specifica al DVR in vigore presso questo Comando. Quanto sopra alla luce del fatto che la zona non comportava l’insorgere di ulteriori rischi rispetto a quelli già valutati e pertanto, come già rappresentato nella lettera a seguito a., sono state attuate tutte le misure a salvaguardia della sicurezza dei fruitori del servizio mensa, in ottemperanza a quanto previsto dal D.V.R. in vigore presso questo Comando ai sensi degli artt. 17 e 28 del D. lgs n. 81/2008.”.

Ora tocca alla Procura di Udine accertare la liceità, o meno, dei fatti che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati il generale Fabio Majoli per l’ipotesi di reato di rifiuto o omissione di atti d’ufficio. Per quanto riguarda il Sindacato dei Militari sarà l’Avvocato Piero Santantonio, del Foro di Forlì-Cesena, a svolgere le indagini difensive che riterrà più opportune per affiancare il lavoro degli inquirenti.”