CORONAVIRUS, INFERMIERI MILITARI, COMELLINI (SINDACATO DEI MILITARI): M5S COME GOVERNO SU PROFESSIONI SANITARIE HA POCHE IDEE MA MOLTO CONFUSE

Apprendiamo con preoccupazione che il M5S applaude all’arruolamento straordinario di personale sanitario militare temporaneo tra cui 200 sottufficiali infermieri. È evidente che i parlamentari del Movimento 5 Stelle sull’argomento, nonostante una recente presa di posizione che ci aveva fatto ben sperare, hanno ancora poche idee e molto confuse perché è chiaro che la soluzione scelta dal Governo non solo non risolverà il problema in atto ma rischia di tramutarsi in un fallimento che in queste ore va assolutamente evitato.

Arruolare degli infermieri già formati nel mondo civile e già abilitati all’esercizio della professione infermieristica, come prevedono le leggi 24/2017 e 3/2018, per poi costringerli attraverso l’attribuzione dello status militare e del grado da maresciallo al silenzio, relegarli in un ruolo esecutivo, quindi inferiore a quello direttivo nel quale trovano la naturale collocazione tutti gli infermieri civili del SSN, costringerli alla disciplina militare e non alle regole della professione sanitaria è quello che in realtà si vuole fare, non per concorrere alla risoluzione dell’emergenza ma solo per arrivare ad affermare la presenza militare anche nel settore della sanità civile, come vogliono taluni “baroni” della sanità militare.

Il Governo ritiri immediatamente il provvedimento che prevede l’arruolamento di 200 infermieri militari e destini le risorse stanziate alla soluzione di quei problemi che da tempo chiediamo siano risolti perché il personale militare che esercita le professioni sanitarie non può continuare a lavorare nel clima di incertezza e insicurezza che si è venuto a creare a causa della visione ottocentesca che il vertice della Sanità militare ha di queste figure professionali.

Sono circa 5000 i professionisti infermieri militari e molti di questi sono stati già allertati e in due ore sono pronti ad essere impiegati nelle strutture civili per fronteggiare l’emergenza Covid e sono pienamente consapevoli del fatto che dovranno farsi carico di tutti i rischi derivanti dalla mancanza di una adeguata copertura assicurativa per la responsabilità professionale e di tutti i problemi legati al loro mancato inquadramento nel ruolo direttivo che gli compete, al pari dei loro colleghi civili.