Antonio Serpi: il doppio cappello da delegato Cocer e sindacalista. La ministra della difesa Elisabetta Trenta ora ponga rimedio alla sua distrazione. Valutiamo azioni legali

Apprendiamo da fonti di stampa che il brigadiere capo c.s. dell’Arma dei carabinieri, Antonio Serpi, è il “segretario generale” di una associazione professionale tra militari a carattere sindacale recentemente beneficiaria dell’atto di assenso da parte della Ministra della difesa, Elisabetta Trenta. 
Alla luce della notizia riportata da una agenzia di stampa a livello nazionale e del contenuto del parere del Consiglio di Stato n. 2756, reso nel corso dell’adunanza del 14 novembre 2018 sullo specifico quesito posto dalla Ministra Trenta (Affare 1795/2018), circa “la preclusione ai delegati della rappresentanza militare, di ogni livello, di ricoprire contestualmente incarichi direttivi nelle associazioni professionali a carattere sindacale” è opportuno ricordare alla distratta Ministra che il massimo organo della Giustizia Amministrativa ha ritenuto che “L’esclusione di un duplice ruolo, negli organi di rappresentanza e in quelli direttivi delle associazioni sindacali, è – a legislazione vigente – congrua e ragionevole, considerata la natura non sindacale degli organi di rappresentanza, costituti anzi in funzione integrativa delle determinazioni dell’Amministrazione sulle questioni d’interesse del personale.”.
Nel ricordare alla Ministra che l’incarico di delegato della rappresentanza militare, in questo caso a livello di Cocer, è svolto esclusivamente in attività in servizio e che per tale ragione il militare in questione percepisce, se prevista, l’indennità giornaliera di missione, oltre vitto, alloggio e spese di viaggio, ovvero la somma di 110 euro/giorno esentasse se in regime di missione forfettario, a completo carico dell’amministrazione, non possiamo non domandarci cosa accadrebbe se il delegato durante l’attività di servizio, come ad esempio visite istituzionali presso stazioni e sedi dell’Arma, dovesse poi anche svolgere attività di per l’associazione professionale di cui è segretario generale e che, per sua natura, è un soggetto di natura privata estraneo all’Amministrazione militare.
A nostro avviso si creerebbe immediatamente una situazione di confusione di ruoli che va assolutamente evitata e che potrebbe dare luogo a situazioni di indubbio vantaggio a favore del delegato del Cocer che a causa del suo servizio potrebbe svolgere attività a favore dell’associazione da lui stesso rappresentata beneficiando dell’uso di quelle stesse risorse e mezzi che l’amministrazione militare gli mette a disposizione in ragione del suo incarico di delegato del Cocer.
Quindi, se le opportune dimissioni del segretario generale Serpi dal Cocer non fossero già avvenute invitiamo la Ministra della difesa a revocargli l’incarico di delegato del Consiglio Centrale della Rappresentanza militare.
Ciò appare tanto più necessario per evitare sia che il doppio incarico, delegato Cocer e segretario generale in capo allo stesso soggetto, possa dare luogo a situazioni tali da “indurre confusione di ruoli, determinando criticità nell’ordinaria interlocuzione degli organismi di rappresentanza con le autorità gerarchiche cui sono affiancati”, come rappresentato dalla stessa Ministra ai giudici amministrativi, sia per evitare di coinvolgere l’amministrazione militare in situazioni di dubbia liceità.
Alla luce di quanto sta avvenendo, abbiamo dato ampio mandato all’avvocato Giulio Murano del foro di Roma per valutare ogni possibile azione nelle sedi che riterrà opportune, non esclusa quella penale, anche militare, per salvaguardare i diritti e le pari opportunità dei cittadini in divisa e del Sindacato dei Militari.